LA STORIA DE LA PATRIA
(1983)
I
De ‘na Patria ce n’era un gran bisogno!
Pé questo Garibaldi co’ Mazzini,
lottorno pé realizzà ‘sto sogno!
co’ antri patrioti genuini;
e piano piano, tomi tomi e zitti,
come li sorci annaveno in cantina
pé poté poi camminà più dritti,
a lo stragnero nun piegà la schina.
Ce so vorzuti, è vero, molti anni
prima che ne le vene de la gente
entrasse l’allergia pé li tiranni!
Epperò, e è strano pé davero,
doppo le lotte, come fusse gnente,
consegnamo la Patria a lo stragnero![1]
II
Sotto er controllo de ‘sti governanti,
cianno pé bontà loro, consentito
a tirà fora dei politicanti
e finge de fondà quarche partito.
Ve lasso immagginà si com’è annata….
Eppoi, tra l’antro, ormai s’è capita:
a dirigge è gente artolocata
co’ la complicità der gesuita!
D’artronde, amico mio, nun ce so santi:
ar popolo nun po’ toccà ‘sta sorte;
er popolo è formato da ignaranti!
Nun poi pretenne de portallo a Corte
(a commannà ce so li benpensanti)
ar massimo po’ annà a difenne un forte!
III
Ma er popolo però cambia scenario,
trova er sistema de imparà le cose:
entra e poi se ne va dar seminario,
dove ha imparato a declinà le rose![2]
Er seme è seme! Buttelo per tera:
vedrai che prima o poi quarcosa c’esce!
Dovrà lottà; forse farà la guera;
ma l’essenziale è che ‘sto seme cresce!
Defatto è cresciuto ar punto tale
che forti de l’esempio de Mazzini,
amo creato er social liberale
che cià portato fino a Mussolini!
Pé quello che verà è er meno male:
mò ce sta a cresce er seme dei bettini![3]
[continua.........]
Cercando tra le mie scartoffie, ho ritrovato questi sonetti che, come si può dedurre, sono l’inizio di una corona priva di… qualche perla. Ricordarmi come, nel 1983, avrei voluto che chiudesse, sarebbe pretendere troppo; però so come la chiuderò oggi, 10 febbraio 2011, date le polemiche che si stanno facendo sulla opportunità di continuare in avvenire ai festeggiamenti della Repubblica; troppe spese! Comunque, per quest'anno, il 2 giugno si farà la sfilata.
Dunque, riprendendo cambiamo il titolo in
LA FESTA DE LA PATRIA
10 febbraio 2011
.......IV
E co’ ‘sto seme che c’escito fora,
quer che da sempre ognuno s’aspettava,
diventerà ‘na tale cannelora
che ce farà venì ‘na lunga bava!
‘Sto seme ha potenziato coruzzione,
mafia, sfrontatezza e aggiotaggio;
leggi perzonali e concessione
de fa televisione a tutto raggio!
E tanto pé nun facce mancà gnente,
avenno ormai uperto er puttanaio,
quarche rete tv passa all’amante![4]
Poracci noi, in quale ginepraio
semo cascati! E puro malamente:
sotto ar ginepraio, c’è un merdaio!
V
Poi, c’è stata una gran buriana
che ha distrutto l’inseminatore;
però que’la politica marsana,
ciàvuto er su’ degno successore!
Doppo de ‘na decina de santoni,[5]
che ‘gni par d’anni se daveno er cambio,
arfine so’ arivati li catoni
che stanno a governà co’ l’astrolabio!
- Ma allora – me dirai – è entusiasmante:
significa guidà co’ diligenza -;
ma er fatto è che manca er sestante!
Allora ‘sto cammino è ‘n’indecenza:
va sempre mejo chi è benestante
er poveraccio va sempre a credenza! [6]
VI
E nun parlamo poi de la morale!
Doppo “Mani pulite” s’intuiva
che, armeno un Dirigente Nazzionale,
pé lavasse usasse la lisciva!
Invece so’ più sporchi der majale;
pé acqua forse useno saliva
che lasseno sbavanno sur guanciale
de quarche puttanella assai giuliva!
Tutto questo a spese de lo Stato
(senza ‘na breccoletta de pudore)
che sta in mutanne e tutto rattoppato.
Si poi, quarche birba de Pretore
prova a fermà un quarche depravato,
viene spacciato pé sobillatore.
VII
Quanno uno scrive pé sfogasse,
de certo po’ annà fora de tema
però fa in tempo puro a ricordasse
der seme sparso: a sto punto trema!
Avemo visto si che bella lista
de gente a dirigge c’è arivata:
la maggior parte è quer socialista
che l’inseminatore ha creata.
Insieme c’è quell’antro ber prodotto,
ch’ariva dar retaggio der fascista,
cor patriottismo der neo sanculotto!
Senza mette in mezzo er leghista
che bontà sua controlla ‘gn’isolotto
che nun ciapprodi mai nisun scafista!
VIII
In mezzo a sto marasma generale,
quarcuno trova er tempo, pé fortuna,
de celebbrà er fatto eccezionale
che ‘sta Nazzione è diventata una!
Dù Regni, Granducati e Stati Strani
so’ diventati tutti Patria Italia!
Nun ce stanno più due o tre sovrani
speranno nun ce fusse più ordalia.
Ma celebbrà sti centocinquant’anni
a quarcuno je và l’ernia pé storto:
- Fa’ festa pé quer giorno reca danni!
Ciavete er cervello ben contorto:
ma se ve lamentate pé l’affanni,
voi ve fermate e nun vangate l’orto?-
IX
E sorvolanno su giorni perduti
pé feste de sfilate coi cannoni;
de giorni festaioli sprovveduti;
sfilate de streghette e de santoni,
vorremmo dì a sti stacanovisti
che nun esisite nessun posto ar monno
che pé fa festa, noi pori cristi,
‘gni centocinqant’anni se và a fonno!
Io me vergognerei com’un cane
solo a penzalla questa cosa qua.
Piuttosto arimango senza pane
che dà ascorto a sti quaquaraquà!
Pé la mia Patria ho patito pene:
io faccio festa, Viva la Libertà!
____________________
[1] Il capostipite dei Savoia, secondo alcuni storici, fu Umberto I di Savoia detto Biancamano.. La Savoia è una regione francese. Prima dell’annessione alla Francia era del dipartimento di Ginevra.
[2] È sintomatico il ricordo della prima declinazione che si imparava a scuola di latino: rosa-rosæ. ◄
[3] Bettino Craxi con le ultime elezioni, ha preso “possesso” del PSI e nel partito è divenuto onnipotente, demolendo tutte le opposizioni interne (Achilli, Mancini e altri) tanto che Mancini ha detto .”Questo non è più il Partito Socialista Italiano ma il partito socialista craxiano”. La speranza dell’unione delle sinistre ha perso, con lui, ogni speranza volendo imporre l’ideologia di Proudhon a quella di Marx. Tra l’altro Proudhon è conosciuto più come anarchico.
◄
[4] La rete TV GBR fu regalata ad Anja Pieroni che come si diceva era l’amante di Craxi.
[5] Dopo il governo Caxi, durato 4 anni, si sono susseguiti 12 diversi Presidenti di Consiglio con una media di 13 mesi al governo e a qualcuno contano due legislature per scadenza naturale del mandato.
[6] Annà a credenza = fare spesa a credito.
CHI HA IL POTERE (1)
22 febbraio 2014
Gente mia di Sinistra, gente illusa,
che per restare al passo col Successo,
ti sei trovata ad essere collusa
in una bolgia senza aver Progresso.
Gente di Destra, non gioire tanto,
che tu continui a perdere il Pudore
e il Capitale non ti dà più il tanto
e solo propaganda è il tuo Onore!
Fin dai tempi antichi è risaputo,
senza menare tanto il can per l’aia
chi le redini in mano ha sempre avuto,
chi ha sempre manovrato la mannaia;
il cappuccio al boia l’ha infilato:
Banche, Clero e l’Alta Canaglia!
CHI HA IL POTERE (2)
2016
Due anni or sono scrissi questi versi
che allora mi sembaron veritieri;
oggi i pensieri miei non son diversi,
a petto a quello che pensavo ieri.
Li ho soltanto un poco equilibrati,
chiamando Banche e Clero, Capitale
che dà, a Gran Maestri illuminati,
l'incipit a poco bene e tanto male!
Portano il lavoro in zone franche,
assottigliato ormai dal Progresso,
sempre più impoverendo genti stanche;
illudono di dar loro il Successo,
invischiandoli ai debiti di banche,
portando il mondo intero al Regresso!
Legger moriconese è cosa dura,
perciò mi scuserete, brava gente,
se questa volta la caricatura
la scrivo in lingua , poco impertinente.
Raramente mi vedrete in piazza
a parlar di pallone o altre uggìe;
nemmeno quando ognun di noi impazza
e si ritrova in gruppo a dir bugie.
Io son di parte e non è un mistero;
però mi piace esser franco e onesto.
Anche da noi è come un monastero:
e Padrepriore sempre è il più lesto!
.Anche da noi abbiamo chi non sbaglia;
non ha mai torto; è unto dal Signore;
vorrebbe dettar legge, sbraita, raglia.
Tutto questo si sa, può dar livore!
Ma francamente non ci da tremore
ch’ognun ritorna verso il primo amore!
Giusto passando, proprio l’altro ieri,
ho visto due liste elettorali:
la numero uno ha in sé dei “giustizieri”;
la due crede ancora agli Ideali,
avendo in sé scaduti consiglieri.
No! ho detto scaduti non scadenti.
D’altronde ogni gruppo, se non sbaglio,
se ne riserva, in caso di eventi,
di questi consiglieri qualche paio!
I Capolista? Sono eccezionali:
chi per l’età1, chi per via del sesso2!
Ma tutt’e due validi, in complesso.
La lista “giustizieri” è tosta assai;
ha in sé catoni, cervelli egochiusi,
cervelli distruttivi (che di guai
ne ha prodotti e non son conclusi):
Se un anfiteatro si inizia,
ch’è discutibilissimo, peraltro,
per amor avversivo di giustizia,
questi di contro ne inizia un altro!
Se il Pi Erre Gi, fatto è da altri,
non si corregge, ma si butta al vento;
gli intelligenti, noi che siamo scaltri,
lo rifacciam di nuovo: è un’evento!
Un’evento costoso e funesto,
ché l’iter burocratico è molesto!
Il Capolista? Sarà sì un catone,
ma non risulta esser giustiziere;
non credo che il nostro Moricone,
per lui, non debba accoglier forestiere;
non ce lo vedo a negar diritti;
non lo conosco di mente bacata!
“Murricó ‘rriva ‘nni funtanilitti!”
per gente che con lui verrà votata!
Il Capolista, in modo ridontante,
del nuovo PiErreGi3 un giorno disse:
«è un progetto alquanto mostruoso!»
(Sperò che la Regione intervenisse!)
Ora siamo tornati a ritroso,
a quando il Progetto era “infante”!
Il Capolista lo hanno calmato
con la promessa del fine mandato4?
La lista due? Nulla posso dire:
cosa volete che l’oste risponda?
E poi, sicuramente a maledire,
ci penseranno dall’opposta sponda!
Ora chiudo perché v’avrò tediato.
Prima però vorrei ricordare
di come ogni cosa hanno sfasciato,
certi elementi, dove han comandato!
Sinceramente sono un po’ perplesso:
”Che c’entra il Capolista cò ‘sta ggente?”
Questa domanda crea un bel complesso;
quindi nell’urna pensiamo seriamente!
Malgrado sia, purtroppo, una chimera,
chiudo davvero con questa preghiera:
qualsiasi esso sia schieramento,
che si ritroverà all’opposizione,
non faccia a tutti i costi schieramento
ma usi invece collaborazione.
E chi sarà seduto sullo scranno,
non butti via quello che gli altri fanno!
______________
1) Ottant’anni esatti.
2) Secondo caso, a Moricone, di una donna a canditato Sindaco.
3) Piano Regolatore Generale
4) Gli hanno promesso di non “spodestarlo”, come costumano, durante il percorso?
Va pure in fondo al mare
a ritrovarsi un comandante
che non ha capito niente
del potere e saper fare!
Il suo pensier lo conduce
a ricercare un duce,
che maschera nel nero
qualsiasi sensazione.
«Nei cortei di civili sommosse»
ieri mi hai chiesto da inquisitore
«perché sventolate bandiere rosse?
Non è che così perdete l'onore?»
Da quando in qua l'onore ha colore?
Se l'avesse quale sarebbe stato?
Sapresti dirmi qual'è al dolore
il colore che sia più appropriato?
Sappi che il rosso di quelle bandiere
è il sangue che tanti han versato
per difendere, alzando barriere,
la Libertà che sempre ci han negato.....
Chi mi saprebbe dir cosa ci resta?
Una volta esser compagno era certezza
di serietà, coerenza e sicurezza!
Oggi dovunque tu giri la testa,
trovi l’iniquità e malversione
e in ogni parte una gran confusione!
Da quando l’Ideale è cambiato
e non è più la proprietà di tutti
e resta vivo solo se dà frutti;
da quando il Capitale l’ha comprato
la Società la faccia ha cambiato:
solo chi ha sarà considerato!
Chi ha un’idea che non dà guadagno,
pur se è buona e piena di Morale,
è nell’Indifferenza generale
e resta impantanata nello stagno.
Frattanto, non avendo noi più testa,
potreste dirmi alfine cosa resta?
Canta Popolo mio, canta contento:
è nata finalmente una Nazione
colma di pregi e buona intenzione
(che in verità ci fa un pò spavento)!
Le tasse, hanno detto, caleranno;
le poste, gli ospedali e tutto il resto,
tutto risolveranno molto presto;
tutte le cose, poi, funzioneranno.
Avevamo scordato ‘sta canzone,
che alle nostre prime votazioni,
ci prometteva ogni mascalzone!
Malgrado sian passati troppi anni,
ritornano a parlar di promozioni,
ripromettendo di annullar gli affanni!
Quanda gende p’éa Libbertà s’è morta!
E a furia de murisse l’ha ottenuta.
Ma ‘a Libbertà è stata tróppu corta
perché p’ei sòrdi ce l’émo revinnuta.
‘A Libbertà, se sane, è com’a Fede,
che tandi mangu ô sau in che cunziste;
n’ô sau che pé ottenella, tu cià da crede
non póne rassegnatte e tu ha da ‘nziste!
‘A maggior parte de nui non ha capitu
che chi émo mannatu a commannacce
s’è pprufittatu e in piùne cià traditu
rembiennoce ‘a capoccia de fregnacce!
Mone ‘nna partenza semo rerrivati
e ce stau a reportane, pianu pianu,
a rembiagnece i témbi ormai passati
che ‘a Libbertà ce stea tantu londanu!
prima delle ultime elezioni comunali
Scusete deu disturbu
ma me rencriscirrìa
non fa pijà ‘nu sturbu
a chi tantu vurria
che drento u Palazzu
remane ancora tuttu,
senz’avé l’imbarazzu
de quello ch’hau distruttu.
Ó saccio: da defore
se parla facirmende;
drento ddo sta ó calore
‘a cósa è differende.
Propiu èsso sta ó bellu:
tòcca a llargà ‘e capocce
e arieggià u cervéllu!
Non stete ‘a giocà a bòcce!
Chi tè u liccu ‘mmani
i pedi i tè petterra:
lassete ai “pretoriani”
u gustu de fa ‘a guerra.
Tu ha fattu l’Assessore
e vurristi sta ‘nnanzi?
Ma che è disonore
se umpó ‘ngora te scanzi
e ‘nzieme a chi più pesa
‘nzemmora lavorete
e có ‘na bon’indesa
bene ce mministrete?
E chi pe anni e anni
ha manovratu ‘e carte
(parlo pé tte Giuvanni!)
mittite da ‘na parte
e come Salumone
dispenzaje cunzij,
allora Murricone
vederrà che i cunij
se rentananu drento
‘nzemmora a chi da anni
fa i cundi in percento
procurènnoce danni!
Non facete i monélli!
Non cerchete scrutini!
Come boni fratélli
programmete i puntini!
Se l’europei che tengu ‘u commannu,
putissiru vedé ‘e liste nostre,
dau purtuchese sinu all’alemannu,
capirrianu come vau ‘e giostre!
Non è che nui parlemo e raggionemo,
pé ffà che ésse meijo u paese;
annì redduni nui litichemo
e ‘nnanzi ce mannemo ‘e pretese!
Cucì ‘e perzone che sarrianu adatte,
se mmischianu cò chi vede l’affare
e ‘a carge sciòta s’a vinnu pe latte!
Giostrènnu su u colore de ‘e majette,
u cerevellu u buttemo ar mare
e jamo a governà senza rifrette!
U fattu stranu è che unu a unu,
pijati a parte, te pô sonà stranu,
sem’un populu che ‘nge tè gniciunu:
tutti ‘nzieme, puzzémo de pandanu!
PURE SE….(ossia)
OLTRE QUARANT’ANNI DE malATTI!
Pure se ciau sgarratu i manifesti;
pure se hau provatu a mette fócu;
pure se ciau dittu disonesti,
l’emo mannati ancora forigiócu!
Non l’ha capita, ancora, certa gente,
che u murriconese vò ‘a certezza
de èsse governatu seriamente,
e non je frega de ‘na piccolezza?
Nui de Murricó, non semo tunti;
a nui ce pó fregà sòlu ‘na vòta!
E quann’ar dunque refacemo i cunti,
tu non ce pó ‘nzegnà come se vòta!
Doppu ch’ha fatta ‘a lutima stronzata,
t’émo capitu e cià pirduti i punti!
Non serve, a quesso, gente “blasonata”!
Chiudemo senza fanne gniuciun dramma.
Continuemo a prosuguì i lavuri.
Cerchemo de ì ‘nnanzi cou programma,
e lavorà tranquilli e più sicuri!
Permettete ‘na nota perzonale?
Se i Mangiafoco dea minoranza,
rerrentrassiru ‘mpó nel razionale,
lassassiru spachitti e dimissiuni,
senza fa opposizzione a oltranza,
poterremmo fa lavuri pé mijuni!
Quanno che so i “mei” a commannà,
non esistu ripicche perzonali;
gniciunu s’ha da iì a reccommannà;
‘e cóse, un pó a rilentu, vengu fatte
senza mazzette ‘né premi speciali.
Quell’aru che se dice so buatte!
Schiaffetevelo ‘ncapu, brava gente
o Benedetti, Forti o Pascazi,
gniciunu s’ha rubbatu mai un farzente!
So stati tutti Orazi tra i Curiazi!
Da Pascazi a ppianà a Lucarelli,
passenno pé Orsini, Marianu,
Brunetto, Primo ù Prete e Carnicelli,
ce ccorgemo de un fattu stranu :
che quanno hau finitu u mandatu
ognunu d’esse sindacu ha finitu
e normale cittadinu s’è trovatu;
Pippinu Benedetti e Agustu Forti
ognunu sempre sindicu è sintitu!
Semo stati i primi a ddà ir via,
a ‘na femmona Amministratrice:
è stata Prosseda Anna Maria,
che ha fattu pé tutte ‘a promotrice!
E doppu è stata sempre ‘na trafila:
ognunu ha cercatu de schiaffacce
‘na femmona ‘mmezzu ae propie fila!
Ècco che è che pé quill’ari è stranu;
perché non je la fau a imitacce:
nui, guardemo sempre più lontanu!
Non semo bravi a venne callalesse;
non semo bravi a ddì niru s’è biancu;
non semo bravi a ffà i “ chi ciolèsse”:
ce ccontentemo deu sicundu bancu!
Basta che chi ‘nnu primu sta settatu,
non se comporta tantu malamente
e sopratuttu non s’è pprufittatu
deu primu póstu, pé ffà u prepotente!
A vòte pure io sò arrogante
quanno che ‘n’aru che n’ha mai saputu,
vurria famme passà pé ‘nu gnorante!
Ma ècco stajio a ì fore de bruttu!
Scusete se me so rencujunitu.
Però dicemo non propiu der tuttu,
da ì in cerca de un póstu ambitu!
Me pare de sintillu, callicunu,
che pal..pebre compà, tu cò ssé rime!
Ma ‘nte l’ha ittu propiu mai gniciunu
che cià stufatu già coe quattro prime?
V’ète raggiò. Un paru de strofette,
eppò me levo dai zzebbedei!
Ma unu come me se ce se mette,
non ve po’ dì “sempliciter fidei”:
de oltre quarant’anni de governo
da parte de nui “rusci” a Murricone,
che ppò te sfocia, sempre più moderno,
còa Sindachessa a póstu d’un marpione!
Ancora ‘na cosetta ‘mpò sofferta,
pé chiunque pé nui ch’ha votatu:
esso ci sta ‘a cassetta pé l’offerta,
cucì potemo dì «Già ciau spennatu»!
riferito al pagamento per votare le primarie.
Da quanno j’hau ittu che a s’età
non po’ pretenne che ‘a gente u vòta
e chi commanna non fa u Podestà,
s’è missu a girà, come ‘na rota!
Ce vò fa crede d’èsse Sisto Quintu,
che u misiru a ffà u Papa perché vecchiu1;
immece, te scrupì ‘o sangue fintu2;
Roma rediventò come ‘nu specchiu!
Ma quillu loco era Papa Sisto!
‘O sapete perché non ci sta un Sestu?
Perché, scusete tantu se insisto,
hau vutu pavura deu dissestu;
perché doppu deu Quintu, caru Ggisto,
non s’è trovatu più un vecchiu léstu3 !
______________
1 Alla morte di Gregorio XIII (1585), due opposte fazioni, non riuscivano ad accordarsi per l’elezione del nuovo Pontefice; scelsero un cardinale, francescano , molto avanti negli anni e secondo alcuni con un piede nella fossa, come supporto per aver tempo ad accordarsi: l’”agonia” durò cinque anni, durante i quali Sisto V(il nome che scelse il cardinale Perretti, marchigiano) riordinò lo Stato Pontificio.
2 Famoso episodio di un Crocefisso di legno che secerneva sangue dal costato ferito; Sisto V con una frase divenuta celebre “ come Cristo ti adoro, come legno ti spacco”, scoprì che era una mistificazione.
3 Secondo G.G.Belli, dopo Sisto V, non ci potrà essere on altro Papa Sisto, poiché non si troverà un Pontefice che si farà chiamare Sisto Sesto; oltrtutto, dice il grande Belli, porterebbe la chiesa in crisi.
I
Un tarulu ce tengo ‘nna capoccia
che me stà a rosicà u cerevéllu;
‘gni vòta ‘e metto mani ‘nna saccoccia,
‘stu tarlu batte come un tammuréllu!
De ssì bardasci penzo au futuru
e a quillu dea ggende licenziata:
scarseggia e non ze trova più u lavuru;
ormai cambemu tutti a la giornata!
Ma quilli che a panza tengu piena
e sso pagati pe mannacce nnanzi,
fau fenda ‘e litigà, ppô vau a cena
ppe discute ddò mettese i revanzi!
È ‘na nasione questa che fa pena:
chi rischia pe campà, chi sciupa pranzi!
II
E siguìta, u, tarulu, a bussamme
‘nnu cerevellu che non reccapezza
che ammezzu a tuttu quando ‘stu bailamme,
de ‘na cósa tenemo a certezza:
che ce dirigge gende spudorata
ch’arria da sta sett’anni in galera,
e da certi compari rechiamata,
pe pô cuntinuà ‘sta sicutèra1.
E u tarlu, mo, più forte me sta bbatte,
perché parecchia gende se confonne
che va bene cucì e ‘e mani sbatte.
E frabbich’e portemo nne Garonne2
e nui non trovarremu più ‘e ciavatte
e chi dirigge tè ‘e borce tonne3!
______________
1 Sicut erat in principio, et nunc, et semper.così era in principio e ora e sempre.
2 intesa come estero (non c’entra la località francese)
3 le tasche piene.
E me sapresti dì ch'arippresenta
che tu predichi a tutti er cambiamento,
ch'urli, t'aggiti ...la ggente se spaventa:
te segue come fa er bravo armento.
A furia de strillate e parolacce,
ner giro de un anno e pure scarso,
sei riuscito a finì d'arovinacce
se tu nun te decidi a lassa er Carso!
Ricordete che stai deludendo
tanti ch'hanno creduto ar tuo detto;
però, er tuo diventa un crescendo
che a la fine sarà 'na Caporetto
si tu continui a esse un dividendo!
Chiudi er compiùte, pensece un pochetto!
Er quinnici der mese, a ‘sta “contrata”
Me pare d’esse ar giorno de mercato!
Un via vai de gente indaffarata,
che vanno a riverì…l’incaricato1.
Ognuno porta quello ch’è dovuto
Perché, dice, è ‘na cosa de coscienza.
Inzomma, chi nun è intervenuto,
perché nun legge o sta ne l’incoscienza.
E tutti a core indietro e avanti,
‘sti mezzi incul…turati de partito:
come tanti caproni zoccolanti,
pé pagà l’”ordinatio” de quer fojio;
che più che coscienza, s’ho capito,
se confonne, ho da dì, cor portafoijo!
_________________
1 Il 15 di ogni mese, tutti gli abbonati al giornale “ l’Unità” andavano dall’incaricato nel reparto, a versare “l’obolo”.
Siccome è Carnovale e tutti quanti
s'hanno da divertì, pe' via ufficiale;
e siccome li sòrdi , li contanti,
so' reperiti dar fonno erariale;
e siccome li pezzi da novanta
de la Provincia ce lo fanno fa';
e siccome ciavemo già chi canta
è chiaro che dovemio realizzà!
L'ha detto puro l'alto funzionario:
dovemio fa’ in maniera che ognuno,
democratico o reazionario,
ciabbi ner sangue un po’ de Arlecchino:
faremo in modo che proprio nissuno
rimanga con er becco d’un quatrino!
dopo “storie” del 3 ottobre 2012
Augias ospita Canfora
Du professori, la capoccia bianca,
parlaveno de accordi; de governo;
de l’Ideologia ormai stanca
e de l’accordo nun vedevi er perno!
L’antro canale intanto trasmetteva
‘na guera p’er lavoro de operai!
De qua la Teoria discuteva,
de là praticamente veri guai!
Intanto che succedeno ‘ste cose,
quelli che sanno er monno com’è fatto,
nun stanno lì a penzà a tante chiose:
cianno tra loro de sicuro un patto:
schiavizzeno la gente. a bassa dose
de compenso; in più fanno ricatto!
E pe de più se semo poi scordati,
pé via de certe conquistate pose,
a cosa so serviti i Sindacati!
CHE CAPO
Che ber progresso, Gì, ch’avemo fatto!
Appetto a prima, ch’eravamo gnente,
coscenziosamente noi, la gente,
avemo fatto come vedi un patto:
ce semo dati un Capo intelligente
e preparato, manco fusse un gatto
furbo, che nun je sfugge manco un ratto;
quanno parla, poi, tanto è pungente
che si ce fusse er Duce je dà scacco!
Lui nun sbaija mai: è risaputo;
nissuno mai je darà ‘no smacco!
Si proprio je scappasse ‘no starnuto
e smocciolasse a quello avanti er tacco,
è stata la sinistra: l’ha spremuto!
Margrado Berlusconi,
D’Alema co’ Veltroni,
Lupi e Tatarella,
e quell’antra bella
Daniela Santanché
insieme a Micciché,
Berselli, Castelli,
Tassone, Pontone,
Finocchiaro, Cesaro,
Lètta e mille nomi
da Zanda a Bonomi,
re Giorgio presidente,
cô mossa previdente
in barba a tutti i cenzi
cià regalato Renzi!
Che bella penzata,
stupenda trovata:
A Bertoldo der fumo
tassaveno er profumo!
Hai voja er Presidente che fa finta
de mette li paletti a certi abusi!
Si nun ce l’hai nun pôi fa escì la grinta
e ogni eloquio va pe tutti l’usi.
Chi invece cià la grinta, è puttaniere,
se spaccia puro pe benefattore;
co le condanne ce nétta er sedere
e dar balcone gioca ar dittatore!
E come quanno ero regazzino,
la gente accore perché vô un padrone!
E puro lì, ce fusse un questurino
che metta er freno a tutto quer fervore!
Er Presidente, credo ch’er bastone
lo ricordi bene: io ciò un timore…!
dopo una trasmissione televisiva
5 febbraio 2013
Stasera ciò avuto la conferma
de quello che penzavo: come semo;
perciò l’idea mia rmane ferma
ar fatto che ‘sto popolo è scemo!
Ho fatto er sacificio d’abbozzamme
er cavajere ch’aritorna a galla,
nun je la faccio ancora abbituamme
che torna sopra que’la robba gialla.
A chi j’ha chiesto perché nun ha fatto
quer che promette oggi, anni prima
ch’è stato a commannà, ma cià disfatto.
-Perché- ha detto- troppa pantomima;
e ar governo je tocca bozzasse
de discute le cose in parlamento:
s’invece fusse lui che comannasse
le cose le faressimo ar momento!
Inzomma, aridateme er mandato,
farò ‘na legge fatta a modo mio
e da nissuno sarò più frenato:
de cose ne farebbe un buggerìo!-
Io m’aspettavo ddu pernacchie e fischi,
invece applausi e grida de favore!
‘Sto popolo se scorda de li rischi;
come comincia a nasce un dittatore!
giugno 2010
Se sa che c’è la crisi e va male!
Se fanno scontri a la televisione;
se scrive a fiumi su ogni giornale;
se ridiscute su la situazione!
Ma se la capra su la cassapanca
se sa che campa, altrimenti crepa!
E nun stamo sotto a ‘na banca
che fa có noi come fa la Nepa?1
Da quanno in qua, pé fatte ‘no spuntino,
si sei poco poco inteliggente,
te metti sotto tiro a ‘no strozzino?
E quanti de li nostri Governanti
ponno giurà che nun c’entrino gnente
có ‘sti vampiri sempre più arroganti?
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LA CIMICE1
16 Ottobre 1996
Ho sempre sostenuto ch’er piazzista
ce deve avé talento e faccia tosta!
E subbito t’ho visto, a prima vista,
che pôi fà quarsiasi proposta!
E te sai sceje bene li compari,
li quali pe’ rimàne ne l’affare,
bevono purga ar posto der campari;
e fanno er canto de Didone ar mare!
Mo’ ciai fatto vede ‘n’attrezzetto,
grosso un po’ meno de un peperone,
dicenno che l’ha messo ‘no spione
pe’ reggistrà ‘gni tua discusione!
Vabbé che semo un popolo coijone,
ma ce dovresti un poco de rispetto!
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1 Berlusconi ha fatto vedere la "microspia" grande come una scatola di sardine.
Quello che sto pé divve è ‘na biastima,
uso questa parola ch’è antica,
ma si de ‘sta Nazzione stessi in cima
saprei io chi leverà l’urtica!
Sequestrerei le banche; e li banchieri
li metterei ar lavoro a paga bassa;
li deputati a li Carabbigneri;
li senatori a batte la grancassa!
Le banche co’ l’industria a lo Stato;
lo Stato poi diretto da la gente,
che onestamente ha sempre lavorato.
Pagherei chi studia, seriamente,
e a chi lavora; chi fa er debosciato,
ai lavori forzati eternamente!
COME LA VEDO
I
Me pare de sta drento un pollaio
indove, ‘gni gallina che fa l’ovo,
fa coccodè cusì ch’è un trojaio
e nun se sente mai gnente de novo!
Abbasta che er gallo faccia un verzo
e subbito er pollaio azzittisce;
a ‘gni gallina je va de traverzo
er becchime: allora starnutisce!
Ma noi galline, l’avemio quarche idea?
Nun basta dì ch’er gallo è prepotente:
c’è sempre quest’idea dorotea…
Ma si v’aricordate poi la fine
è che c’è stato più d’un Presidente
che non ha mai capito er confine!
II
Che ve lo posso dì come la vedo?
La vedo che nun semo abituati
a la Democrazzia come un Credo,
peccui saremo sempre ingarbujati.
Arzannose pé primi la matina,
te dà er controllo de la baracchetta?
Oppuro si ciai in più quarche schedina
te dà diritto a daije de bacchetta?
L’ho detto antre vorte, Gente mia:
nun è che je presenti la ricetta
e te la danno pronta in farmacia!
Sempre lo pijeremo in saccoccia,
perché ciabbasta un pezzo de porchetta
e semo pronti tutti a fa bisboccia!