Per nuovi schiavi, il filologo Canfora intende i
lavoratori stranieri impiegati dal caporalato nella raccolta dei
pomodori da noi, i minatori impiegati nelle miniere del Sud Africa ed
anche le maestranze del Sud-Est asiatico.
Fra laltro scrive: La mondializzazione delleconomia e
il venir meno di qualunque movimento
internazionale dei lavoratori ha
creato le condizioni per questo ritorno in grande stile di forme di
dipendenza
..
Inoltre scrive: E chiaro che il profitto
centuplica se il lavoratore è schiavo (schiavo di fatto, se non proprio
formalmente). E il profitto è più sacro del Santo Graal nelletica del
.
Mi fermo qui con le mie citazioni relative
allarticolo del famoso Storico/Filologo, alle quali però mi ricollego
per sviluppare il mio discorso.
In primo luogo mi preme sottolineare la precisazione
del filologo Canfora in merito alla nuova schiavitù, che non riguarda
la schiavitù sancita dalle leggi come nella Roma antica o in qualsiasi
altro stato antico o anche moderno (schiavitù formale, dunque, oltre
che di fatto) bensì quella che si realizza col nuovo
capitalismo, la schiavitù di fatto che non è contemplata da
leggi specifiche, ma che è verificata nel fatto (o nei fatti).
Perché però, osservo io qui, parlare solo della
forma di schiavismo cui sono sottoposti i cosiddetti extracomunitari,
come fa Canfora, e non parlare anche delle forme di occupazione (o
disoccupazione) dei nostri giovani?
Alcuni giorni fa abbiamo incontrato un ex alunno di
mia moglie, ora ingegnere: Mia moglie gli ha fatto qualche domanda sul
lavoro: Ha risposto: Sì, lavoro, ma è solo sfruttamento; ho la promessa
che fra due anni sarò assunto a tempo indeterminato, ma penso che
allora mi licenzieranno per assumerne un altro a tempo determinato al
mio posto, perché per loro più conveniente.
Infatti il capitalismo nel cosiddetto mondo libero
non si limita a trattare da schiavi (di fatto) gli extracomunitari, ma
sfrutta (di fatto) lo stato di occupazione o disoccupazione dei giovani
delle classi subalterne (utilizza robot e macchine computerizzate e
dice che il lavoro non cè) e ne impedisce la realizzazione della
personalità, togliendo loro, fra laltro, le condizioni per formarsi
una famiglia, di procreare ed allevare i figli con dignità (già questo
mi sembra uno dei peggiori crimini sociali, non commessi neanche
nellantica Roma).
Possiamo dire che lideologia liberal-liberistica
(in quellarticolo, lo storico Canfora la indica con letica del
mondo libero ) ha creato un sistema in cui il denaro (cioè il
profitto-guadagno materializzato e quantificato) è più sacro del Santo
Graal (più sacro del Santissimo Sacramento, potremmo dire noi).
Infatti per lideologia liberal- liberista, ogni
valore etico, civile e religioso va subordinato al denaro ormai
sacralizzato, cui va sacrificata anche ogni potenzialità delle persone
sottoposte a sfruttamento. Infatti in tale etica del mondo libero
(libero?) il denaro non è più un mezzo per realizzare risorse e
migliorare le condizioni individuali e sociali nel mondo, ma è un fine,
anzi lo scopo supremo cui va tutto subordinato, è, in fondo il dio
denaro con cui il singolo ricco (magnate, padrone, ecc. ) afferma il
proprio dominio, la propria potenza, schiacciando a suo arbitrio ogni
valore morale, politico, giuridico, sociale (qualche esempio da noi
oggi non lo vede solo chi non lo vuole vedere).
Ma perché questo è possibile? E possibile dice il
filologo Canfora per effetto della mondializzazione e il venir meno
di qualunque movimento
. internazionale dei lavoratori. Ecco, non ci
sono più i partiti di sinistra, né ci sono più i sindacati, che possano
unire ed organizzare i lavoratori nella difesa della loro dignità umana
e civile: il denaro distrugge qualsiasi cosa che si frapponga al
dilagare della sua potenza.
A fronte della carenza dei movimenti di sinistra,
esauriti dopo la caduta del muro di Berlino e il disfacimento
dellURSS, la colpa precipua del sistema capitalistico sta nella sua
capacità e volontà di determinare loccupazione o la disoccupazione a
seconda dei vantaggi che si possono perseguire con la delocalizzazione
del capitale o dellimpresa: con lo spostamento del capitale i ricchi
trasferiscono la ricchezza presso altri popoli col vantaggio di una
minore tassazione; con lo spostamento dellimpresa
trasferiscono occupazione e lavoro presso altri popoli col
vantaggio di salari più bassi.
Così il sistema violenta il processo di
autorealizzazione della persona e tende a provocare la disintegrazione
e il disfacimento della comunità come organizzazione sociale, in cui
luomo realizza se stesso e trasmette la cultura nel futuro dei
suoi figli. E un sistema distruttivo per lesasperazione di una
libertà che finisce per essere mostruosa.
Luigi Filippetta
La mia nota
Caro Giggi, questo tuo articolo mi ha fatto venire in mente una
puntata di "Storie" (Corrado Augias su Rai3) con il Prof. Canfora
ospite, dove Augias non era tanto d'accordo sul libro che ha presentato
del Professore; non tanto sul contenuto, quanto su alcuni termini usati;
inoltre Canfora negava l'utilità della nostra partecipazione
all'euro, al che Augias asseriva che non era la partecipazione ad
essere sbagliata ma il modo di come furono fatti gli accordi. Insomma
da un discorso all'altro, però concordavano che era il Capitale che
doveva essere controllato altrimenti i lavoratori non avrebbere avuto
futuro. Grosso modo! Ed io, subito dopo scrissi:
Certe ideologie (sonetto caudato)
dopo storie del 3 ottobre 2012
Augias ospita Canfora
Du professori, cor capo de biacca,
parlaveno de accordi; de governo;
de l'Ideologia ormai stracca
ma de laccordo nun vedevi er perno!
Lantro canale intanto trasmetteva
na guera per lavoro de operai!
De qua la Teoria discuteva,
de là praticamente veri guai!
Intanto che siccedeno ste cose,
quelli che sanno er monno comè fatto,
nun stanno lì a penzà a tante chiose:
cianno tra loro de sicuro un patto:
schiavizzeno la gente. a bassa dose
de compenso; in più fanno ricatto!
E pe de più se semo poi scordati,
pé via de certe conquistate pose,
a cosa so serviti i Sindacati!