Ho
visto che Pierluigi ha ripubblicato sul suo nuovo sito IL NUOVO GRILLO
PARLANTE DI MORICONE il mio articolo intitolato La falsa morte delle
ideologie con il suo contrappunto e la sua ”provocazione”/barzelletta.
Proprio questa “provocazione”, che concerne la presunta inattuabilità del comunismo, mi muove a questo nuovo intervento.
Prima di tutto noto che la
barzelletta riportata da Pierluigi è condotta sul filo del buonsenso
proprio per ingannare sapientemente il popolo degli elettori. Sul quel
filo del buonsenso noi possiamo concedere l’inattuabilità del comunismo
in qualsiasi realtà sociale, ma non possiamo concedere il raggiro: il
raggiro, l’inganno della barzelletta e della propaganda stava (stava e
ancora sta, giacché oggi lo usano ancora Berlusconi e la sua destra)
nel fatto che con il comunismo veniva accomunata e combattuta, pur
senza nominarla, l’ideologia socialista.
Si ricorderà ( e lo
ricordano certamente tutti quelli della mia generazione) che in quel
tempo (secondo dopoguerra) la propaganda antipopolare e antisocialista
non impiegava solo barzellette, ma anche infami calunnie (come quella
secondo cui i comunisti mangiavano i bambini ) e le Madonne pellegrine
piangenti, cioè proprio quelle stesse Madonne pellegrine piangenti che
erano state già mobilitate con efficacia nelle processioni
antinapoleoniche, poi nelle processioni antirisorgimentali e contro i
liberali, autori delle cosiddette “leggi eversive” che sancirono
l’espropriazione dei beni della Chiesa (poi si parla dei comunisti che
sono cattivi!).
La macchina della
propaganda antipopolare è vecchia, ma sempre sottile, complessa,
efficace, poiché il popolo si lascia facilmente ingannare. Altrimenti
perché i ricchi, i potenti, i danarosi, insomma tutti i proprietari di
banche e di società per azioni si comprerebbero i giornali, le
televisioni, persino le case editrici, pur rimettendoci fior di
quattrini? Sono proprio questi marchingegni della comunicazione e
dell’informazione che svolgono una sottile ed efficacissima propaganda
antipopolare, anche quando diffondono fiction e film che sembrano del
tutto innocui, ma che in realtà possono inoculare tossine,
disinformare, distorcere la realtà, procurare assopimenti di spirito,
assuefazione e rassegnazione a fronte dei problemi assillanti del
nostro vivere quotidiano, pure in presenza di miseria.
Oggi questi loro
marchingegni sono assai efficaci persino nel farci credere che il P.D.
sia un partito di sinistra (roba da ridere) così anche quando
diffondono ripetutamente la notizia della morte delle ideologie, mentre
tacciono sul trionfo della loro ideologia.
Oggi sono assai efficaci
questi loro marchingegni anche quando tacciono su quella loro ideologia
liberal-liberista, che ha prodotto l’attuale sistema economico-sociale,
in cui il dieci per cento della popolazione si arricchisce sempre più e
possiede la metà della ricchezza del nostro paese, mentre il resto
della popolazione (il 90%) s’impoverisce sempre di più, toccando
persino lo stato di miseria con la massa dei disoccupati. E sono anche
efficaci quando decretano il fallimento della teoria marxiana della
dialettica del materialismo storico.
In effetti oggi si è
avverata la prima parte della previsione di Marx, cioè si è avverata la
globalizzazione del mercato, la globalizzazione della finanza, dunque
la globalizzazione degli affari del capitalismo. In altre parole i
capitalisti di tutto il mondo si sono uniti, hanno abolito i confini
nazionali (vedi la Comunità Europea) portano i loro soldi nei paradisi
fiscali o dove più a loro conviene, delocalizzano le imprese là dove il
minor costo della manodopera consente loro un maggior guadagno, se ne
infischiano del sentimento nazionale (quel sentimento con cui , quando
loro conveniva, promossero guerre sanguinose) se ne infischiano della
disoccupazione che si genera e della disperazione di milioni di
disoccupati e sottooccupati.
C’è da vedere se si
avvererà la seconda parte della previsione di Marx, quella del
“proletari di tutto il mondo unitevi!” di fronte, appunto, all’unità di
tutti i capitalisti nel processo di globalizzazione. Non ci credo. Non
credo al determinismo della dialettica della storia, poiché i
possessori dei mezzi di comunicazione e degli altri strumenti culturali
possono facilmente manipolare le coscienze delle classi subalterne. La
teoria di Marx non si affermerà, né si affermerà il socialismo, perché
le classi subalterne non saranno mai unite a causa degli appetiti
egoistici dei singoli.
Ma i megafoni dei
capitalisti non ci vengano a dire almeno che le ideologie sono morte,
perché quella loro, quella del capitalismo è forte e dominante, perché
intanto manipola coscienze e intelligenze, anche quelle delle
cosiddette persone istruite, su cui si manovra mediante un sempre più
diffuso analfabetismo di ritorno.
E non ce lo vengano a
dire, perché ci sarà sempre una parte di noi che non rinuncerà mai alla
speranza di una società più giusta e più umana, in cui non ci siano
almeno ricchi troppo ricchi e poveri troppo poveri, che si trascinano
con i loro figli nella miseria. Perché ci saranno sempre uomini che non
rinunceranno mai a un ideale di giustizia sociale, cioè a una ideologia
socialista.
Luigi Filippetta
Il mio contrappunto:
Finalmente!
La mia barzelletta, alla pubblicazione dell’articolo, doveva scatenare
il risentimento, l’indignazione di Giggi in un periodo in cui, malgrado
ormai quasi ci si vergogna di considerarsi “COMPAGNI” ed i marpioni
liberisti non solo gongolano ma continuano a calpestare quella poca
dignità che è rimasta sparsa qua e là.
Al tempo! Come si usa dire in
caserma, in parte c’è un fondo di verità, nella barzelletta, che
riguarda quegli opportunisti onnipresenti in tutti gli schieramenti!
Siccome chi dovrebbe stare in
galera e non potrebbe più nemmeno affacciarsi alla finestra di casa
sua, è invece tornato alla carica continuando a dir male della sinistra
ed i comunisti ancora mangiano i bambini, ho rilanciato la
provocazione. Torno a ribadire che io non sono mai stato comunista, non
perché mi fossi vergognato di esserlo ma perché non sono mai riuscito
ad esserlo per affezione al socialismo.
Con gli anni poi, ho distinto
tra stalinismo e comunismo e quest’ultimo dovrebbe essere una sorta di
socialismo. Mi scuso per la banalità del discorso, ma non riesco ad
esprimermi con competenza filosofica. D’altronde, lo ha già fatto
Giggi, con la sua lucida franchezza.