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A-ancine

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NUI PARLEMO CUCÍ

MURRICONESE  1 

a- ancine

                                                                  ancinu_az   TROVA PAROLA   abbreviazioni



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NB . I vocaboli con (*) provengono dagli appunti di L. Petrocchi        
  etimologia  ♥ precisazioni grammaticali  ♣ derivazioni  ♠ modi di dire  

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  MURRICONESE                             ITALIANO                           DIZIONE
 

A, a

1. A,a  Prima lettera dell'alfabeto 

2. La   art. det. f. sing. 

3. a      prep. semp    

   L'art. [abbìle (la bile)] e, nello stato in luogo  e nel modo a luogo   la prep. ,  tentano ad agglutinarsi col sostantivo: ♠stajo accasa (sto in casa) , vajo all'acchiesa (vado alla chiesa).

â, aaha


arri!  -
inter.  incitamento, benevolo, per le bestie da soma.



 

A Creta

Acquaviva di Nerola-  nome di località     
Figura 



 

a la mani e non capà

indiscriminatamente, senza scegliere-  loc. avv.

"...i pijaru, cucì. a la mani e non capà "  li presero indiscriminatamente   
♠ "... e non perde témpu: pijali  a la mani e non capà"  non stare a perdere tempo, prendiliome càpitano

a sapillo

vallo a sapere!  loc. avv.

abbacchiu

 

1. agnello s. m. 2. Abbacchio (Regionale)            
 
Figura                                    VERSO ►►►►►►

♦quella puramente etimologica lo fa risalire ad  abecula o avecula, a sua volta derivante da  ovaculaovecula, diminutivo del latino  ovis (pecora). altra versione fa derivare il termine da ad baculum, "vicino al bastone", ad indicare l'agnello da latte, non ancora svezzato e che, in quanto tale, si usa tutt'oggi legare ad un bastone conficcato nel terreno (ad baculum), al fine di costringere la madre a rimanere nei pressi senza allontanarsi.  l'altra popolana dal termine abbacchiare, nel senso di abbattere, uccidere con il bastone (dal latino baculum, quindi un agnello che è prossimo all'abbattimento "ad baculum", "vicino al bastone'). Abbacchiarsi è tuttora in uso nel  Lazio e da lì nell'uso colloquiale della lingua italiana, soprattutto con il participio passato e aggettivo abbacchiato, nel senso di persona abbattuta, affranta, distrutta, fortemente dispiaciuta.  ♠ Infatti noi diciamo "te vedo bbacchiatu"  quando uno è abbattuto, demoralizzato

Ricetta "Abbacchiu alla cacciatóra"

Tempo di Preparazione: 10 min.

Tempo di Cottura: 25 min.

INGREDIENTI PER 4 PERSONE:

- 1 kg di cosciotto d'ABBACCHIO a pezzetti

- 2 spicchi d'aglio

- 2 rametti di rosmarino

- qualche foglia di salvia

- 2 acciughine

- 1/2 bicchiere di aceto

- 1/2 bicchiere d'acqua

- 40 gr di burro

- 2 cucchiai di farina

- sale

- pepe

1. Lavate la carne e asciugatela, poi fatela rosolare in una casseruola insieme al burro. Salate leggermente e pepate. Quindi unitevi aglio sbucciato, rosmarino lavato e la salvia pulita e tritata. Mescolate.

2. Spolverizzate con la farina, lasciate abbrunire e annaffiate con acqua e aceto. Mescolate per bene, facendo staccare il fondo di cottura, incoperchiate e cuocete per 15 min. su fiamma dolce.

3. In un pentolino, sciogliete le acciughe spezzettate con  del sugo di cottura dell'agnello, col mestolino versatele poi sulla carne e lasciate insaporire per un paio di minuti. Disponete l'agnello su un piatto da portata e irroratelo con la salsa ottenuta.

abbìle

1. bile (la bile)*s. fem. 
2. livore    3. rabbia       figurativi 

(*)Liquido viscoso, amaro, di colore giallo-verdastro, secreto dal fegato e versato attraverso le vie biliari nel tratto duodenale dell'intestino tenue. ♦ dal lat. bilis-is 
            Figura 

accesso

ascesso   Figura  Figura2

E' la conseguenza dell'infezione, da parte di batteri, di un follicolo pilifero (i cosiddetti "pori" della pelle, da cui fuoriescono capelli, ciglia e peli). L'organismo per isolare l'infezione forma, nello spessore della pelle, una raccolta di pus, che nel tempo tende ad aprirsi spontaneamente all'esterno, giungendo così a guarigione (nel giro di 7-10 gg).

 Possibili complicazioni, spesso favorite dalla spremitura dell'ascesso, sono la diffusione a distanza dell'infezione per entrata nel circolo sanguigno dei batteri, e la formazione di altri ascessi intorno al primo.

Come si manifesta

 Si manifesta soprattutto nelle zone soggette a sfregamento (collo) o sul viso come complicazione dell'acne, nelle palpebre come complicazione di orzaiolo, o dove la cute presenta già una lesione, e appare come un nodulo duro, teso, rosso, dolente anche se non viene toccato, delle dimensioni di 1-3 cm.  Nel giro di una settimana, il nodulo diviene molle e forma in superficie una punta gialla o semplicemente un punto più chiaro in cui la pelle appare molto sottile.

 Nel giro di altri 3-4 giorni il pus esce all'esterno spontaneamente, e l'ascesso guarisce.

Cosa fare a casa.  Di solito è consigliabile:

    * Fare impacchi caldo-umidi con garze sterili imbevute di acqua bollita tiepida, per 20 minuti 3 volte al giorno

    * Quando l'ascesso sembra giunto a maturazione (la pelle in superficie diventa sottile e gialla), sentire il medico per valutare se lasciare che il pus fuoriesca da solo, o se è necessario drenarlo (cioè farlo uscire).  Il pus dell'ascesso è ricchissimo di batteri, pertanto molto contagioso, quindi:

    * fornite al bambino asciugamani personali

   * lavate accuratamente ad alta temperatura e/o con un prodotto disinfettante qualsiasi indumento o asciugamano che sia stato contaminato con il pus dell'ascesso.

    * buttate via le bende e le garze sporche di pus.  

Cosa non fare:

Non spremete l'ascesso senza un'indicazione del medico. In ogni caso, fatelo delicatamente, e solo dopo aver praticato, in corrispondenza della parte chiara e sottile della pelle che copre l'ascesso, un foro il più largo possibile, mediante l'ago di una siringa.

 ♥Accrescitivo: 'na sòrta d'accesso

accéssu

1.accesso   sost. m.  2. entrata sos. f. 3. ingresso

accétta

scure    s.f.                                              
 
Figura

L'accétta in moriconese non è, come erroneamente pensa la maggior parte delle persone l'ascia; l'ascia è l'accéttola. Infatti: SCURE [scù-re] ant. secure sostantivo (f). Arnese costituito da una lama pesante di acciaio, dritta o arcuata, applicata a un lungo manico da impugnarsi con entrambe le mani, impiegato per abbattere le piante, sgrossare i tronchi e spaccare la legna  ♦ lat. securem, corradicale di secare “tagliare” • sec. XIII.
ACCETTA [ac- cét-ta] sostantivo f. Arnese da lavoro atto al taglio della legna costituito da un ferro con sagomatura leggermente trapezoidale e bordo tagliente inserito su un manico in legno; piccola scure ♦ fr. hachette, dim. di hache “ascia” • sec. XIV  ♦ lat. securem, corradicale di secare “tagliare” • sec. XIIIASCIA [à-scia] ant. asce sostantivo f. (pl. asce)1. Utensile da taglio per il legname, formato da un ferro ricurvo innestato perpendicolarmente su un manico di legno da usarsi con una sola mano.♥  diminutivo ascetta♦ lat. asciam • sec. XIV. Da "Istruzioni per gli Scout"[...] Una buona accetta deve essere abbastanza pesante, in maniera da lavorare con il suo stesso peso, ma non troppo pesante da stancare il braccio di chi la usa.Per uno Scout va bene un ferro del peso di 600-700 grammi e un manico lungo 30-35 cm. Accette più leggere o più pesanti, o con un manico più lungo, affaticano maggiormente il braccio. Il peso del ferro però non basta, infatti in una buona accetta il ferro e il manico devono essere equilibrati e allineati. Controlla anche la prolunga del tagliere passi per l'estremità del manico.

Accrescitivo:  accéttó            diminutivo :accettòla

accettà,ccettà

1. accettare  2.acconsentire  v. t.

accettòla

ascia     s.f.    ♥ per le note vedi accétta             
Figura

acchiesa

chiesa   s.f.

àccia

gugliata    s.f.

   La quantità di filo che s'introduce ogni volta nell'ago per cucire.

acciaru

acciaio  s.m.

accóstu

accanto  

avv. "quillu me stea accóstu"
prep.♥  è sempre seguito da a : "Tè a terra accóstu   a me".

accrócco

vedi bisinissu

accruccu

1. accrocco   2. cavillo  s.m.

  detto di cose ammonticchiate senza garbo e stabilità  ..."che robbè ss'accruccu?"
"Inutile che va cerchenno accrucchi"= non cercare cavill
i

ace

1. non vale  2.  fermo 3.sei punito (nei giochi) int.

forse dal latino iaceo,es-   rimanere, fermarsi, soggiornare; ma potrebbe derivare da acies,ei > (in senso militare) linea di demarcazione [ se passi la linea hai sbagliato]

acetèlla

1.romice   2. acitella    s.f.                           
Figura

1 Pianta delle Poligonacee, dal fusto eretto, avente grosse radici legnose, foglie lanceolate, piccoli fiori, frutto con tre spigoli; è diffusa nelle aree boscose di regioni temperate o fredde

2. Nei tempi passati, i meno abbienti, piuttosto che bere solo acqua, la "insaporivano" con qualche goccia di aceto ;era l'acetella

rumice,  lengua de cane • lat. rumicem

aci

'aci! aci! 'inter. 

espressione che serve a fermare il gioco  quando si riscontra un fallo (vedi ace)  

àcidu

1. acido   2. acidità di stomaco 
♥ acidu:
agg.  l'acidu s.m.                        Figura

acitasse

divenire astioso, malevolo figur.

QESTO VERBO, IN MORICONESE, SI USA SOLO IN MODO RIFLESSIVO; però diventa intransitivo se si usa come ACITÁ;

 esso ha anche la forma riflessiva che si coniuga interponendo i pronomi riflessivi  ME, TE, SE, CE, VE

acìtu

aceto  s.m.

acquantu

1. solamente  2. appena  avv.

acquantu vidi

1. attenzione  2. ma tu guarda! inter.

acquaru

prato bagnato s. f.

( non confondere con la rugiada/guazza) 

Figura   

acru

 1.acre   2. agro ag.

acu

ago   s.m.

addò

dove avv.

Adermo

Adelmo

Adorfo

Adolfo

 ae

alle  prep.art.

affabeto

1. alfabeto s.m..  2. analfabeta  agg. e s. m e f

affiancu

1 lateralmente  2.di fianco   avv. e prep.   vedi  accóstu   

affizzione

 1. affetto agg  2. affezione  s.f.

agnilìa

gengiva  s.f.                                                   
Figura

♦da agnatìa ¦mancanza del mascellare inferiore grc. gnáthos 'mascella' e -a- privativo.♠  «Pasticava solu co lagnilie, eppure se scofanò guaci 'na pagnotta!»

  agru

1.acre      2.aspro

agunia

agonia

agustinellu

nato/a in agosto

Agustu

 1. Augusto   2. Agosto  

"chi magna l'uva d'agustu de settembre recaca 'ó mustu" - chi mangia l'uva di agosto a settembre defeca il mosto.

ahà!

arri!  int.  Incitamento, imperioso, per le bestie da soma.

 ahiu!


ahio!, ahi!, óddio


"ahiu, ahiu, 'e cipolle diventanu aju" frase che si dice ai bambini quando piagnucolano per un piccolo graffio

ahuù!

1.salve      2.salute

Saluto, quasi in disuso, di due che si incrociano:"Ahuù!", l'altro:"Ohì!"

 aju

aglio  s. m.                                        
Figura

Sin dall'antichità era noto che poteva essere assunto per curare i dolori reumatici, il catarro bronchiale, la febbre, l'influenza e la pressione alta.
D'altronde attorno all'aglio ruotano molte “leggende". In tempi remoti, infatti, data l'indisponibilità di farmaci per curarsi, si usava solamente quello che la terra offriva in ogni determinata stagione. Ai bambini, per esempio, si metteva al collo una corona d'aglio perchè era un rimedio contro la teniasi o i funghi. L'aglio appunto, come raccontano i nostri nonni, era impiegato in diversi modi: ad esempio era utilizzato per curare il raffreddore; infatti ancora oggi, se capita che qualcuno presenti i sintomi di questo, si può sentir dire: ”Magna ajo, che el te passa” perché assumendo l'aglio durante il periodo di questa affezione, il tempo di guarigione si riduce. Sempre con l'aglio si curavano le verruche: si metteva mezzo spicchietto dove c'era la piaga, si avvolgeva con un pezzo di panno e si teneva lì per tutta la notte; l'operazione si ripeteva fino a che non si guariva; però bisognava usarlo con cautela, perché spesso capitava che facesse peggio! Con l'azione delle sue sostanze di composizione, infatti, tende a bruciare la pelle.

alevelette

in guardia  di vedetta!   avviso che risuonava quando arrivava il capo o il padrone

alìce

1. acciuga s. f.   2. persona magra           
 
Figura

aligria

1.gioia  2.allegria

all'impruvisu

1. a bruciapelo  2. improvvisamente     loc. avv.

In moriconese "impruvisu" senza preposizione non si usa.

all'inzecca

1.casualmente  2.senza cognizione 
3
.tirando ad indovinare 

«Oh, l'à fattu lucì, all'inzecca!»; «à tiratu all'inzecca e cià ccótu»

allecru


allegro

allirchinu

1. Arlecchino  2.detto di persona vestita in modo vistoso e a tinte vivaci 
3. Persona poco seria

allissu*

lesso agg. e s.
aggettivo: A me non me piace ó pesce allissu
sostantivo: Óggi, appréssu, m'hó magnatu l'allissu.
beat'issu cóttu allissu!

alluturnu

attorno avv
Te  va reggirènno alluturnu, mmece de fà quello ch'ha da fa?

aluccu

1.allocco   2.cuculo* (fig. sinonimo)               
 Figura                                                                     VERSO►►

persona goffa e stupida "Mò, sta a ffà l'aluccu!" "Chi, quill'aluccu de Tizio? "
*Anche se non è il medesimo animale, i due termini, figurativamente sono sinonimi. ♠ 'scortaru e nuci a l'aluccu, che ce ne tenea 365 pisilicchi', finirono anche le noci dell'allocco  che ne aveva 365 misure (aveva perso un anno)

amaru


amaro agg  

 

il diminutivo "amarognolo" in moriconese viene usato da qualche anno ma in verità si direbbe mmaréa
"amaru come có fele", amaro come il fiele; "me pare che mmaréa", mi sembra un po' amarognolo
"un ducittu, un'amarittu: non zà de' ncazzu", un dolcetto, un amaretto: non sa di nulla.

ambì

1.ambire    2.aspirare

Questo verbo ha anche la forma riflessiva che si coniuga interponendo i pronomi riflessivi  ME, TE, SE, CE, VE

  ambra

vedi  crócu
usato come sinonimo di chiarezza, trasparenza

Amircare

Amilcare

ammagginà

immaginare

ammappalu

1.perbacco*   2.accipicchia

È un'interiezione usata, di solito, al posto di "ammazzalo" in senso bonario. Come dire" perbacco come sei bravo!" però si dice anche in modo negativo, quando si commette una scorrettezza, sempre in tono amichevole. Veramente il termine dovrebbe essere AMMAPPA.. con l'aggiunta del pronome LA, LU, TE, VE ECC.
Infatti quando è impersonale si usa
AMMAPPAÓH!

ammella

siliquastro ( albero di Giuda)

♦ Cercis siliquastrum       Figura 

Arbusto autoctono della macchia mediterrenea conosciuto come "Albero di Giuda" (Vedi Fig.); i fiori, anticamente, si mangiavano ed erano chiamati Pastenacici e davano anche uno dei nomi  alla pianta

 ammene

amen loc  (latino così sia)  
'è passatu l'angilu e a dittu ammene ', detto di fatto accaduto in modo subitaneo e imprevedibile

 ancinella

pensile                                                   
Figura

♦ Dal lat. uncus=uncino, àncora
♥Normalmente sono due anelli posti in linea ad una distanza di circa 3 metri, dentro ai quali è infilata una canna od una filagna, dove verranno appesi prodotti ad essiccare o a conservare (salcicce, lonze, pomodori, peperoncini ecc.

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