Capitolo XXVIII-

Capitolo XXVIII

Luigi Massari  - VITA DELLA SERVA DI DIO

 Sr. COLOMBA DI GESÙ

DA MORICONE 

 a cura di Pierluigi Camilli

CAPITOLO  XXVIII

SR.  COLOMBA È  MANDATA IN VARI PAESI E MONASTERI PER AMMAESTRARE.  E' CHIAMATA IN MAGLIANO DAL CARDINALE ALBANI CHE LE APPROVA E CONFERMA IL SACRO RITIRO.



OTTIENE L’INTERO PALAZZO, E VESTONO CINQUE MONACHE

Le molte e favorevoli relazioni fatte all’Eminentissimo Vescovo di Sabina, che in quell’epoca era il Sig. Cardinale Annibale Albani, e dal Suffraganeo Mons. Bajardi  e dal P.e Leonardo di Porto Maurizio e da molte altre qualificate persone, mossero giustamente l’animo di quell’E.mo Porporato alla brama di conoscere questa pecorella dell'ovile Sabino, circa l'anno 1742 per mezzo del suo Suffraganeo scrisse a Sr. Colomba si fosse portata in Magliano, bramando altresì passasse prima per Cantalupo e Rocca Antica per conferire con varie persone e con le Monache che supplicavano conoscerla e comunicarsele. Ricevuta la lettera partì da Moricone accompagnata dal solito Cappellano D. Rossetti e da una sua Novizia, e si portò in Cantalupo presso l’Arciprete D. Cataldi che già aveva conosciuto nella breve Visita di Mons. Bajardi. Fu accolta con tanta piacevolezza, ed essendo già stato istruito per via di lettera, aveva preparato una camera decente e tutto l'occorrente. Si trattenne in questo paese per otto giorni nei quali accolse molte persone e preti e secolari d'ogni sesso, alle quali dando udienza e più suggerimenti, compiuti gli otto giorni, partì per Rocca Antica, accompagnata dall'Arciprete D. Cataldi e dalla Novizia. Colà giunta fu ricevuta dalle Monache che per l'allegrezza le fecero plauso col battere delle mani, e compiuti i dovuti complimenti fu condotta dalla fattora alla foresteria dove tutto per lei era preparato, dovendosi là trattenere una quindicina di giorni. Nel presentare l'Arciprete Cataldi Sr. Colomba alle Monache, disse loro:«Io lascio con voi Sr. Colomba, ognuno le comunichi ad una ad una quant'ha a dirle, ascoltatela; ché essa vi darà giusti suggerimenti e tutte vi consolerà; fra quindici giorni verrò, a riprenderla» a quest'ultime parole dissero tutte: «Noi la vogliamo per sempre, e se noni toranate a riprenderla, noi saremo molto venturose» (ndr fortunate).


Intanto Sr. Colomba ogni mattina dopo ascoltata la S. Messa e fatta la Comunione, si portava al parlatorio per sentire le Monache ad una ad una, e pel mezzogiorno era condotta dalla fattora per pranzare, e dopo di essersi refezionata, ritornavasene al    parlatorio per lo stesso fine, restandovi fino alle ore 23. E passando alla visita del SS.mo Sacramento in Chiesa, sull'Ave Maria, accompagnata dalla fattora, ritornava alla foresteria dove trovava in una camera quantità di persone di ogni ceto e condizione fin verso la mezza notte ascoltava tutte ad una ad una (colla porta aperta sempre e la sua Novizia in anticamera con la fattora) e con molta franchezza ammoniva e consolava con molta  edificazione. Consumati i quindici giorni ecco d'arrivo l'Arciprete di Cantalupo per condurla  a Magliano, e qui non so dire il pianto di quelle buone Monache, il dispiacere dell'intera popolazione di Rocca Antica! Riformate alcune Monache, aggiustate le coscienze di molte persone, fra il dispiacere di tutti, partì; né le Suore tralasciavano poi di scriverle finché visse, in Moricone, per aver suggerimenti e consiglio. Giunta a Magliano fu ricevuta in casa della Sig.ra Vannicelli, donna molto religiosa e pia, e fu a complimentarla un Sacerdote inviato da Mons. Bajardi, che a lui la condusse, ed a cui rese ella contezza della sua missione ed in Cantalupo ed in Rocca Antica, e specialmente nel _Monastero delle Monache dove eravi qualche scissura, fra esse. Saddisfatto Mons. rese grazie a Dio del di lei operato, raccontandogli aver tutto accomodato e quiete le coscienze, e l'avvisò stesse preparata per portarsi all'Eminentissimo che per l’avrebbe    mandata a prenderla: avvertirla ancora dover conferire con: le Monache Clarisse di Magliano, che la sospiravano, e scrivere le regole del di lei Ritiro che sperava nel Signore sarebbe stato approvato ed amplificato. Chinò il capo Sr. Colomba in attestato di obbedienza, e conversato di altre cose, fu rimandata dallo stesso Sacerdote e Novizia in casa della Sig.ra Vannnicelli.  Il giorno  dopo ecco due canonici per condurla a Sua Eminenza, ed entrata nella Chiesa Cattedrale, ascoltò la Messa, e comunicata, fu chiamata dopo qualche spazio di tempo in una Cappella, dove veduto l'Eminentissimo, ricevè da lui la benedizione prostrata a terra, e alzatasi per di lui comando la guardò con occhio benigno, e chiestole se dessa fosse Sr. Colomba, gli rispose ella essere quella indegna sua (serva) suddita e figlia; dettogli dopo qualche altro parlare, aver molto bisogno della di lui protezione, si mise Egli la mano al petto, esortandola a pur dire cosa doveva per lei fare, cui manifestando il desiderio di proseguire l'opera da Dio voluta, cioè il suo Ritiro, aggiunse nulla ella potere senza il valente di Lui patrocinio. Allora Egli: parlerò, col mio suffraganeo che già in parte mi ha detto, ed assicurandola della sua protezioni ed esortandola a sperare nella divina provvidenza, dette varie altre cose, la ribenedisse e licenziò. Intanto Sr. Colomba mattina e sera andava ad ascoltare le Monache di Magliano che tutte per cadauna palesavanle le coscienze loro, ascoltava pure le persone secolari in casa della suddetta Sig.ra Vannicelli, e di notte scriveva le regole. Mons. suffraganeo pertanto avendo manifestato ogni bisogno di Sr. Colomba all'E.mo Cardinale, mandò questi, i due canonici per ricondurla a Lui, dove giunta, passato già quasi un mese di sua dimora a Magliano, entrò, nella Cappelletta del Cardinale, ascoltò la di Lui Messa, e ricevè dalle di Lui mani la SS.ma Comunione. Terminata la Messa e fatto il ringraziamento la fece chiamare in una sala, e fattala sedere appo Lui, volle da lei sentire alla presenza dell'Ill.mo Suffraganeo, di tutti i canonici e preti, il principio ed il seguito del piccolo suo Ritiro, e udito il tutto, come pure il tenor di vita, il metodo della scuola, il convitto che faceva colle sue educande e poche monache, e gli esercizi di pietà che esercitavano assieme ed altre e cose, si degnò tutto lodare ed approvare, animandola alla perseveranza e assicurandola di nuovo di tutta la sua cooperazione, comandandole infine di proseguire la scuola, ed opportunamente concedere il sacro abito di S. Francesco a qualcuna delle educande, previo sempre il Noviziato, acciò monacate servissero per nome di Gesù.  Allora Mons.  Suffraganeo presentò all'E.mo  Cardinale, il libro delle Regole che già aveva scritto in Magliano, ed abbozzato: in Moricone, ed Egli prendendolo disse di osservarlo ed approvarlo se nulla ostasse, e concluse infine che avrebbe scritto a Sua Eccellenza il Sig. Principe Borghese per l’intera donazione del Palazzo, e benedettala, la licenziò. Sr. Colomba continuò ancora a dimorare in Magliano qualche altro giorno, sempre in casa della prelodata Sig.ra  Vannicelli, richiesta dalla popolazione che ascoltava quasi intera, lasciolla soddisfatta nel Signore    altre volte pure fu richiesta dal Cardinale il quale volle comunicarle varie sue cose intime,  e consumato già un mese, accompagnata dal devoto Arciprete Cataldi e dalla sua Novizia fece ritorno a Moricone dove proseguì la scuola e gli altri suoi esercizi di pietà, aspettando il sospirato momento in cui il Signore la rendesse pienamente esaudita. 

L’E.mo Cardinale e l’Ill.mo suffraganeo scrissero subito, il primo direttamente al Sig. Principe Borghese, il secondo al di Lui Ministro Generale perché concedesse a Sr. Colomba Di Gesù d'aiuto alla scuola, per la maggior gloria di Dio, non però allora a titolo di Monastero, ma di  Sacro Ritiro del SS.mo, l’altra metà dell’antico Palazzo di Moricone; e passati pochi mesi fu spedito il rescritto dal Sig. Principe al suo Ministro che stava in Palombara che era ancora il Sig. Giampietro Possenti. Venendo questi in Moricone circa gli ultimi giorni di Carnevale del 1743, volle il Signore che capitasse nello stesso giorno Mons. Bajardi Suffraganeo proveniente da Montebuono, e così andati tutti a trovare Sr. Colomba, le parteciparono il dono del Sig. Principe, e in quello stesso giorno fu stipolato l’lstrumento per mano del notaro Antonelli. Visitato l’intero palazzo e compiuto l’atto, il giorno dopo si dié mano subito per accomodare una camera a mo’ di Chiesa che avesse ingresso in un cortile; e  partendo poi Monsignore per Magliano, lasciò detto che per Pasqua fossero sterminati i lavori, perché sarebbe appositamente ritornato per consacrare la Chiesa, per celebrarvi e per vestir le cinque Novizie che a pieni suffragi furono ammesse al Sacro Abito, più la sorella dell'Arciprete Prosseda che quantunque fin qui l'abbiamo chiamata Monaca, non lo era se non col semplice abito per vivere in comunione con  le altre due.

Fu fatta pertanto ed alzata la soffitta alla Chiesa[1] , fu costruito un altare, furono imbiancati i muri, come pure accomodate furono altre due camere, una a mò di sacrestia, a mò di oratorio un’ altra dietro la Chiesa; furono trovati candelieri, cera, fiori, sacri arredi e tutto l’occorrente per una piccola Chiesa interiore da Monastero. Il governatore che abitava in queste tre camere e che ne aveva ingresso per un'apposita scala che metteva in un cortiletto, fu mandato all'altro palazzo[2] , trasportandovi pure le carceri che prima erano nei sotterranei, i quali presentemente servono da cimitero alle Monache e da magazzino da olio e da legnaia. Per ordine di Sr. Colomba fu traforato un muro della grossezza di una canna e vi fu praticata una porta per cui le Monache  potessero avere accesso alla Chiesa senza passare per una porticina presso l’altare o pel cortile che questo pure fu accomodato atterrando antichi archi e pilastri che l'ingombravano, ed il quale serve ora per ispasso alle monache in tempo di ricreazione e d'estate. Passate le tre feste di Pasqua di Risurrezione ecco Mons. Bajardi che esaminati i lavori ed approvati, volle benedire la Chiesa e celebrarvi l'incruento Sacrificio. Non so qui dire né dipingere la contentezza di Sr. Colomba, vedevasi passeggiare astrattamente lungo le sale, le camere, mai sazia di mirare la Chiesa, mai paga di mirar la Sacristia o l'oratorio dietro l'Altare, dove poi fece collocare le quattordici stazioni della "Via Crucis", e li avanti e indietro, senza accorgersi di chi le passasse avanti, era udita lodare e ringraziare il Signore con brevi giaculatorie ed infervorate aspirazioni, fra poco, fra poco, diceva mirando il tabernacolo aperto, verrà il mio Sposo, e la dentro quel prigioniero d'amore, l'avrò meco e di giorno e di notte, oh! amore non amato, oh! amante non conosciuto, eppure avetè detto di trovare la vostra delizia cóllo stare con gli uomini "felicis mee esse cum filis hominum"(NdR “Deliciam meam esse cum filis hominum”) Ecco che io vi adorerò di continuo, qui prostrata avanti voi languirò e vi benedirò per risarcire tante irriverenze e tanti abbandoni dalle ingrate creature che non vi vogliono conoscere.  Mancava il quadro sull’Altare e fu mandato a prendere uno che stava sopra un confessionario in Chiesa Parrocchiale[3] , quello appunto rappresentante la Vergine col pargoletto divino imbraccio, col quale tante volte Sr. Colomba dà fanciulletta aveva innocentemente scherzato ed a cui avea corso per Chiesa senza poterlo afferrare. Lo disse essa a Monsignore che le rispose: tanto meglio starà qui questo quadro, e presentemente si conserva nel coro delle monache quale speciale loro avvocato. Fu benedetta la Chiesa con di vota pompa, essendovi concorsi dodici Sacerdoti tra preti e frati, fu celebrata Messa Solenne, e Sr. Colomba colle due compagne e colle cinque Novizie ricevettero con sommo giubilo per mano di Monsignor Vescovo la Santissima Comunione. Questo bel giorno di tanto gaudio, per Sr. Colomba fu il sabato avanti la Domenica in Albis 1743, ed il giorno dopo, ossia nella Domenica, cambiò essa l’Abito grigio impero, come pure le due compagne, per ordine dell’E.mo Cardinale Albani, avvisata ancora dalla voce di un Crocifisso, anni prima, e furono vestite dello stesso abito le cinque Novizie, e così furono in otto monache, costituendo lo stesso Monsignore, per  la  Superiora, Madre Maria Colomba di Gesù, ed assegnando alle altre vari uffici: una fu Maestra delle Novizie, una Maestra delle educande ed una terza Maestra delle giovani estere.  Fu fatta ancora la Sacristana, la portinara ascoltatrice, ed una conversa per la cucina ecc.  Il concorso alla bellissima e devota funzione fu numerosissimo non solo di Moriconesi, ma di altri paesi ancora,  tratti in parte dai parenti e genitori delle cinque novelle, fra le quali vi fu la nostra Barbaruccia Masciovecchi che dall’età di tre o quattro. anni volle partire da Mentana abbandonando i propri genitori per seguire la Maestria Sr. Colomba. Questa Monaca visse lunga serie d’anni lustro e decoro di questo Sacro Ritiro, morta in odore di santità! Monsignore prima di partire ordinò che si osservassero le Regole (già approvate dall'E.mo Cardinale) e dalle Monache e dalle Novizie e dalle educande, fintantoché Sr. Colomba, riposandosi, potesse con più bell'agio amplificarle e stamparle, e fin da quel momento fu appellato quel Sacro luogo , col nome di "Sacro Ritiro del SS.mo Nome di Gesù".

[1] Si tratta sicuramente della Chiesa della Madonna Nazzarena che si trova all’interno del Castello divenuto poi sede del Convento delle Monache. Nella descrizione, appunto, si parla dell’oratorio dietro l’altare con le stazioni della Via Crucis cosa che nella Parrocchia dell’Assunta non c’è: le Via Crucis sono nella chiesa stessa davanti l’altare. È da notare che da ricerche fatte, di chiese dedicate alla Madonna Nazzarena in Italia ce ne sono due o tre, compresa questa di Moricone.

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[2]NdR Di certo si tratta del palazzo conosciuto a Moricone come “Palazzo Del Principe” sulla salita dell’attuale Viale S. Aureli che era la residenza degli amministratori succedutisi dal 1750 al 1960 (anno più, anno meno) e cioè  fino al dopoguerra quando la proprietà delle terre fu, in parte occupata dai contadini ed in parte venduta dagli Sforza Cesarini, ultimi eredi delle proprietà Borghese.ritorna

[3] L’attuale sconsacrata Chiesa Vecchia.ritorna