Capitolo XXVII-

Capitolo XXVII

Luigi Massari  - VITA DELLA SERVA DI DIO

 Sr. COLOMBA DI GESÙ

DA MORICONE 

 a cura di Pierluigi Camilli

CAPITOLO  XXVII

SUOR COLOMBA RICEVE LA VISITA DEL MONS. VESCOVO DI SABINA, IL QUALE LE PROGETTA SUPPLICARE PER L'INTERO PALAZZO E PER L'INGRANDIMENTO DEL RITIRO.

ALCUNE REGOLE PER RICEVERE LE MONACHE


Smaniava Sr. Colomba trovar Vergini che si consacrassero a Gesù nel suo' Ritiro per vivere in comune e con Regola,  dicendo di tratto in tratto: che m'importa aver restaurato il Ritiro quando poi mi mancano le Monache! io bramerei piuttosto il rovescio, e cioè molte Monache in un tugurio; non vedeva strada per consolarsi. Un giorno in cui più doleasi salì, taciturna e sospirava, l'appartamento superiore ed affacciatasi ad una finestra da cui scorgevasi larga campagna, contemplava la grandezza di Dio, ed alzando gli occhi al cielo così pregò: Gesù mio;Voi siete il Vescovo dei Vescovi, mandatene uno che cooperi per questa tua opera; cosa volete da me Vostra inutile creatura? io non sono capace da niente, qui lo spirito pare intiepidirsi e venga meno, anziché infervori e progredisca. In quell'istante udì una voce che così le disse: ecco il Vescovo che coopererà, non temere: restò essa come fuor di sé e vide da lungi sortire da un palazzo un prelato seguito da molti sacerdoti che per qualche spazio di tempo potè contemplare. Ritornata in se, scese all'appartamento inferiore, e chiese ad alcuni quale città fosse sita nel luogo che indicava loro da una finestra, e le fu risposto esservi la città di Magliano dove risiedeva il Cardinale Vescovo di Sabina col suo suffraganeo. Tacque essa, bastandole così perché  conoscesse il favore Divino, sicura che Dio l'avrebbe aiutata per mezzo di questo suo Vescovo.

Andato a trovarla l'Arciprete due giorni dopo, l’avvisò avere ricevuta circolare che distribuiva della venuta in breve del nuovo vescovo suffraganeo di Sabina, certo Mons. Deodato Boiardi essendo già sortito per la sacra visita, e allora l’Arciprete ridendo disse a Sr. Colomba:«Preparatevi pure d’andarvene a casa tutte: via, via, piazza pulita ed ecco terminato il Ritiro ch’è morto prima di nascere!» 

Quantunque l'Arciprete così dicesse per facezia; poiché era un umore allegro, nulla ostante fu una ferita al cuor di Sr. Colomba, che così rispose: - Sia fatta la Volontà di Dio, eccoci pronte, e voi Signor Arciprete verrete ad abitarlo per essere accomodato e pulito di nuovo, e così servirà se non  per le serve del Signore, almeno per un suo Ministro!-

Visitati vari pressi, giunse dopo una settimana Mons. Baiardi[1] in Moricone, e andato subito alla Chiesa Parrocchiale per visitare il SS.mo Sacramento, partendo dalla Chiesa passò col seguito dei preti sotto il palazzo, e fermandosi ad osservare si antica ed alta fabbrica, all’Arciprete Prosseda di chi fosse quell'antico palazzo, cui rispondendo egli essere del Principe Borghese ed averne donato metà ad alcune buone Monache per farci la scuola, ad uso di Conservatorio per alcune educande : « Buono, buono rispose Monsignore tutto compiacendosi, me ne rallegro con voi, Arciprete mio.» e proseguita la strada andò ad una casa che gli era stata preparata. Nella sera stessa corse l’Arciprete tutto allegro a Sr. Colomba: « Coraggio, coraggio» le disse «Monsignore ha lodalo tutto avendogli io esposto ogni cosa, preparatevi  pure a riceverlo e studiate belle parole, anche pel vostro Ritiro, che certo verrà a vederlo e vi aiuterà». All’indomani andò Monsignore a celebrare alla Parrocchia e non è a dirsi se v'intervenisse Sr. Colomba, la quale vedutolo conobbe esser esso quello appunto che Dio volle farle vedere lontano almeno un trenta miglia, e portossi poi Monsignore in confessionale, vi si accostò pur essa. Chiestole chi dessa fosse, palesò ella il suo nome, e addimandata se fosse quella Sr. Colomba che era stata molto tempo a Mentana, gli rispose che si, e terminato d’ascoltarla, l’avvisò che la verrebbe a trovare nel di lei Conservatorio. Ritornò essa al Ritiro ed allestita alla meglio la piccola Cappella, nel dopo pranzo lo ricevè in ginocchio alla porta insieme alle due compagne e alle educande ed alle scolare tutte facendo queste ultime due ali all'esterno, e le educande all'interno; compiacquesi Monsignore passare fra quelle creature, e alzando benignamente la Maestra la benedisse prima e si avviarono al giro del Ritiro. Visitatolo tutto fu introdotto nella Cappella, e genuflesso sopra un cuscino con tappeto rosso strato a terra, adorò la Sacra Immagine del Crocifisso  e  postosi a sedere sopra una cadrega[2], invitò pur ella a sedersi vicino, licenziando il seguito dei preti che si ritirarono in attiguo camerino. Conferito con essalei su varie cose, ebbe a conoscere, per quale si udì descriverla di grande santità e compiaciutosi egli aver conversato con un'anima tanto favorita da Dio, l'ammonì proseguire la scuola di carità.  Chinò il capo ella in attestato di obedienza, e ricevuta la benedizione si ritirò a pregare il Signore, mentr’esso se ne partì col suo seguito. La mattina seguente, dopo celebrato, volle visitare di nuovo Sr. Colomba, e dopo averle dato altri avvisi, altre ammonizioni, altri suggerimenti circa l'ordine di vivere in Conservatorio, che così egli chiamò per allora il Ritiro, la benedisse nuovamente e partì per Montorio Romano, lasciando avviso a tutti, in presenza di Sr. Colomba, che fra qualche anno quel Sacro luogo sarebbe stato grande Monastero  perché la vedeva opera di Dio.

Dopo due giorni, ecco una lettera di Monsignore diretta a Sr. Colomba, nella quale l'invitava recarsi all'istante a Montorio Romano, che fattasi accompagnare da un suo fratello, rifuggiossi in Chiesa, appena colà giunta, dove avvertito Monsignore la ricevé in Confessionario, e conferì secolei per lo spazio di cinque ore continue. Restarono stordite altre donne che pur aspettavano per confessarsi, e vedutala poi dopo tanto tempo staccar si dal confessionario, le dissero in faccia, quanti peccati avete Madre nostra! Altro che noi sebbene peccatori! A cui ella: -Così, sorelle mie, si conoscono le grandi peccatrici-  Volle poi Monsignore conversare con ella la mattina dopo, non mai sazio quel dignissimo e piissimo Vescovo di udire cose stupende, che in virtù di santa obbedienza dovevagli essa palesare, unite ad una grande semplicità.  Ebbe pur ordine essa da Monsignore portarsi al Convento di Sant'Angelo, poco distante da Montorio, dove dimorava allora il Padre Leonardo da Porto Maurizio[3], e andatavi ricevè da quel santo Religioso molti suggerimenti spirituali; ed  ebbero ambedue ad ammirarsi scambievolmente.

Ritornata a Moricone dovè tutto raccontare per obbedienza al Confessore, il quale volle sapere ogni cosa, e per mortificarla la tacciò di ciarliera. Visitò Monsignor Vescovo altri due paesi, ma la stagione essendo inopportuna pel gran caldo, stimò bene interrompere la Sacra Visita, e più che per questo motivo, per godere della edificante conversazione, di Sr. Colomba, volle passare due mesi in Moricone.  trasferitovisi licenzio il guito dei preti, tenendone appo se uno solo, ed ogni mattina dopo celebrata la Messa a cui assisteva sempre Sr. Colomba, la voleva ascoltare in confessionale, e nel dopo pranzo facendosi accompagnare o dal suo prete o dall'Arciprete, e andando al Ritiro l'ascoltava, a sedere ambidue, avanti al Signore Crocifisso nella Cappella, terminando poi con preghiere che recitavano insieme. Oh! quanto era il giubilo di lei nell'aver trovato si bel pascolo per lo spirito! Quanta era l'ammirazione del pio Vescovo in udire i favori intimi comunicati dal Signore a quell'anima! L'ascoltava egli con tanto stupore che parevagli parlare con un Angelo; palesava ella le sue cose con tanto rispetto e riverenza che parevale parlare con Gesù! Conosciutala a fondo, coll'avergli ella comunicato tutto, passò egli a parlare del Ritiro e del come potrebbesi avere l'intero palazzo: disse perciò supplicare il Sig. Principe Borghese, perché poi ottenuto,  sarebbe potuto fare un Monastero compiuto, parlò del modo da tenersi, come poi si eseguì e si ottenne in seguito, e parlerassi di ciò: nel capo seguente. Passati i due mesi che furono Luglio e Agosto, la esortò fra le educande qualcuna vi fosse che desiderasse vestire il Sacro Abito che, se affermativamente la si fosse intanto provata con noviziato, per essere pronte alla vestizione, promettendole che presso l'Eminentissimo Cardinale Vescovo di Sabina avrebbe cooperato e per l'approvazione del Sacro Ritiro e pel permesso di vestir monache chi avesse desiderato. Saputo ancora non aver essa avuto la dote, nel partir dalla casa paterna,  parlò egli al Padre, che prontissimo l'assegnò, la quale presentemente godesi dalle Monache di Moricone. Ordinò ancora che avessero pagato scudi trecento quelle che bramassero essere quelle monache velate, scudi centocinquanta le converse e ventiquattro annui le educande. La consigliò ad abbozzare intanto le regole, ed ordinò tutto quanto poteva essere necessario alla fondazione di un Sacro Ritiro di Vergini per essere approvato e confermato. Lasciata una elemosina di scudi venti  partì, Monsignor Bajardi edificantissimo, pei primi di Settembre del 1738 da Moricone per continuare la Sacra Visita in altri paesi della Sabina, lasciando sconsolatissima  Sr. Colomba, per vedersi pasciuta di tanti buoni suggerimenti che da tanto tempo desiderava e interrogate le educande se fra loro vi fosse alcuna che avesse desiderato monacarsi,  ne scorse cinque: scritto subito ai loro genitori risposero tutti per l'approvazione, e furono passate dall'educandato al Noviziato, e a queste attese ella, elegendo altra per le educande e la terza per la scuola delle estere.

Una settimana dopo, la partenza di Monsignor Bajardi, ecco una sua lettere a Sr. Colomba in cui la chiamava a Poggio Moiano e accompagnata dal Cappellano D. Domenico Rorsetti  v'accorse subito.  Entrata in Chiesa fa avvertire il Vescovo del suo arrivo  e le dice doversi trattenere nel paese per quindici giorni  mentr'egli passava alla visita di un altro, ed il motivo della di lei stazione in Poggio Moiano si era per conferire con molte persone che desideravano parlare di coscienza. Fu ricettata in casa di una signora pia, ed assegnatale una decente camera, riceveva persone di ogni età, di ogni sesso e condizione. Non erano passati quindici giorni, che le arrivò altra di lui lettera, comandandole di portarsi a Poggio Nativo per lo stesso oggetto lasciando il pieno paese soddisfatto ed edificato,  accorse all’altro  dove pure rimasta altri quindici giorni, partì, terminati che furono, per Moricone lasciando pure la popolazione edificata e contenta.

Chiuderemo il capo presente, narrando come portasse in Moricone una vecchiarella monaca terziaria di S. Francesco, dell’età di anni ottant 'otto.  Appena arrivò Sr. Colomba in Poggio Nativo, fu secondo il suo solito a visitare il SS.mo Sacramento e per abboccarsi con Sua Eccellenza Mons. Vescovo (il che praticava sempre in Chiesa o nella sua cappelletta in Moricone) e mentre stava tutta in se raccolta, sentì una voce che le disse: «Oh cuore mio, io voglio venire con te, voglio morire nel tuo Sacro Ritiro» non diede retta Sr. Colomba, ma terminata la sua visita, e nel ritirarsi in una cappella per aspettare il Vescovo, vide una vecchiarella che appena potea reggersi in piedi tutta curva ed inclinata ad un fianco, venirle incontro, ripetendo lo stesso dire con le braccia aperte. Sorrise Sr. Colomba e dettole star ella bene in Poggio Nativo per servire di edificazione, non vi fu rimedio: che aspettando ella pure il Vescovo, tanto lo supplicò e scongiurò, che esortò Sr. Colomba condursela seco in Moricone, legata sopra una somarello, poiché non si reggeva, fu di buon esempio alla piccola comunità religiosa per alcuni anni, e cessando di vita con segni' di santità, fu così la prima monaca morta e seppellita in questo sacro luogo.



[1] Mons. Adeodato Boiardi supplì a Mons. Albani essendo stato quest’ultimo elevato a Cardinale.

[2] NdR  Sedia, Seggio. Forse è stato usato da Sr. Colomba il termine lombardo “cadrega” perché in italiano è più vicino a “seggio”. Infatti il termine “cadrega” deriva dal latino “cathĕdra”  per seggio.

[3] Leonardo da Porto Maurizio, al secolo Paolo Girolamo Casanova, è stato un religioso italiano appartenente all'Ordine dei Frati Minori, ideatore e propagatore della pratica della Via Crucis; è stato proclamato santo da papa Pio IX nel 1867