CAPITOLO XI-
Regalata in tal guisa la nostra Paola di favori da Dio, la sua carità di più si estendeva verso Gesù, e più bramava di conoscere il celeste suo Benefattore. Priva ancora di ogni saggio Direttore che la istruisce, faceva voti a Dio, perché l'esaudisse in provvederla, e continuando le sue penitenze in segreto, che di giorno in giorno le accresceva ed inventava di nuove, e l'orazione mentale dalle quali smpre ne ritraeva grandi vantaggi e lumi, ed in particolare dal meditare la Passione di Gesù Cristo, proseguiva a chiedere a tutti consigli ed istruzioni per viemmeglio camminare quella strada della virtù, leggendo ancora libri spirituali e vite di santi. Ma pure sempre vedevasi priva di quella viva voce di Savio Direttore che tanto penetra nei cuori, e l'incammina nella via della perfezione. Avvenne che nell'anno 1719 circa il diciannovesiimo anno di sua età, il Signor Cardinale Vescovo di Sabina si portasse in Mentana per la Sacra Visita, e portando con se vari preti, parve a Paola che uno sopratutti,fosse uomo capace a dar savi suggerimenti, scortolo a parlare delle cose di Dio in casa dello zio Arciprete. Senz'altro indugio pregò il piccolo suo cugino che secolei camminava, dire a quel prete se la volesse confessare. Fatta l'istanza, consentì di buon grado uquesti e sceso in Chiesa portossi in Confessionario per udirla, e la prima cosa che gli espresse Paola fu di chiedergli come dovesse fare per servire Dio; poiché avendo ella questo desiderio, lo pregava istruirla. Sorrise alquanto quel prete a tal domanda, e: - Figlia mia- le rispose - è cosa bona servire a Dio, io lodo la vostra buona volontà, ma nessuno potrà mai debitamente servirlo ed amarlo: riconoscetevi indegna di servire ad un Signore così grande quale si è di Dio.- E dandole altre belle istruzioni circa il disprezzo del mondo, delle vanità e delle pompe, la licenziò. Ella non ne restò del tutto soddisfatta, perché più desiderava sentir, ma pure riflettendo essere indegna di servire ad un Signore così grande, si umiliò profondamente, e corse alla sua camera e buttatasi appié del suo Bene Crocifisso: -Sigore- dicevagli - io non sono degna di servirvi, ma datemi aiuto almeno ad amarvi- Ciò nonostante, il desiderio di servire a Dio non le scemò punto, e pensava che trovandosi un buon direttore l'avrebbe meglio istruita. Non cessava però di chiedere consigli a quante persone buone conosceva, non cessava leggere libri devoti e vite di Santi per 5empre imparare qualche cosa e spesso trattenendosi Giovarono quelle poche parole udite in concessionario, poiché cominciando a vieppiù esercitarsi nella virtù dell'umiltà, ne diede poi grandi saggi, come diremo in apposito capitolo. con un buon Sacrestano che lo zio teneva in casa, per servizi della Chiesa. Scorto questi il pio desiderio cli Paola, volentieri l'ascoltava, e di quando in quando da lei felicitato, le raccontava, saggiamente come poteva sapere, alcuni esempi, storielle sacre, fatti avvenuti ad alcuni Santi, di cui si dilettava egli pure leggere nella vita, e Paola con santa semplicità volentieri lo stava ascoltando, e trovandosi molta soddisfazione, avveniva che in tali momenti non batteva palpebre per udirlo, e restava infiammata non più capendo in sé dalla gioia, e tutta innamorandosi di Dio. Ricordandole quel buon uomo un giorno della vita di S.Caterina Vergine e Martire, e come la Madonna SS.ma le comparisse in camera e la sposasse con il Divin suo figlio, nel sentir questo arse subito ella di desiderio le fosse avvenuto lo stesso, e ritiratasi in sua camera dessi subito a pregare la Vergine che ancora a lei come a Santa Caterina mostrò il diletto il di Lei figlio intraprendendo a tale effetto l'esercizio di un triduo di preghiere e di digiuno. Nella prima sera, non restando esaudita (quant'era la fede!) Piena di vergogna si pose in letto piangendo d'amarezza e confessandosi immeritevole; nella seconda sera pure nulla ottenendo di quanto desiderava e sospirava, si addormentò fra i singulti: nella terza sera, puoi raddoppiando con più fervore le istanze e le lacrime, semplicemente esclamava: -Mamma mia, se mi sposate con Gesù, io vi prometto di farmi buona, e se sono brutta agli occhi vostri e del vostro diletto figlio, mi farò bella con opere buone, datemi, mamma mia, il vostro figlio, fatemi vedere là di Lui bellezza, io lo voglio vedere.- Così dicendo e piangendo restò come priva di sensi in ginocchio e con la testa appoggiata alla sponda del letto, e le apparve la Vergine SS ma con in braccio il suo Figlio Gesù. Stando Paola fissa a guardarla, udì quella che le disse: -Paola vuoi dunque sposarti con il mio figlio? - ed al figlio: - vuoi tu per isposa Paola?- e Paola senz'altro stendendo la mano alla Vergine che a guisa dì bella Signora la vedeva, la prese in una sua e portatala al figlio che teneva in braccio tutto maestoso e sfolgorante di luce, le mise questi un anello al dito guarnito di una pietra quadrata portante nel mezzo impresso il nome di Gesù. Vide essa che il Bambino senza mai parlare stavasi con volto maestoso e serio, la Madre però benigna e sorridente, e nel licenziarsi, così le disse questa tutta piacevole: - Resta, Paola, con la mia benedizione e del mio figlio, conservati vergine e fedele, e con un dolce sorriso sparve col figlio. Ritornata ai sensi trovossi ancora genuflessa ed abbandonata di forze colla visione impressa che non solo tutta quella notte le restò presente ma per più giorni, godendo dolcezze di paradiso. Nell'alzarsi da terra per coricarsi in letto, e nello Spegnere il lune si vide un anello in dito, non però (come scrive ella) con gli occhi corporei, ma collo spirito; poiché volendolo toccare nel sentire, e conoscendomi immeritevole di un tanto favore, sfogò l'anima mia in dolce pianto di tenerezza: e donde a me un tanto bene? O mio dolcissimo Gesù; esclamavo, io che merito l'inferno, sono comunicata da voi di grazie tanto sublime e celesti? Ed io ho avuto tanto ardìre di chiedervi questa grazia, e voi vi siete compiaciuto elargirmela! Che bello , siete degno di ogni amore! Io sarò vostra per sempre, e mio per sempre sarete voi: giacché vi siete degnato donarmisi, e io non vi lascerò, ne voi, prego, lascerete me mai; e voi Vergine Santissima sarete la mamma mia, ed io la figlia vostra, perché ho sposato il vostro diletto figlio voi mi correggerete, voi mi dirigerete, voi mi insegnerete la vera strada per piacere s Gesù: morrò ben mille volte prima peccare e, voi mi aiuterete: Oh bella mamma, mamma bella! e con questi sfoghi di amore e con altri placidamente si addormentò. Svegliata di buon mattino, s'alzò come astratta, ed aperta la finestra vedutasi ancora l'anello in dito, e gelosa di guastarlo, usava ogni diligenza per non oscurarlo almeno, prestando con molta custodia. Nel parlare, nel guardare, nel camminare, si era tanto cambiata, che le sue compagne meravigliando la guardavano e fra loro s'interrogavano del modo in cui fosse avvenuto quel mutamento di azioni in Paola, e: - beata voi, sorella- le dicevano- come fate ad essere si assorta in Dio?- Ed essa ridendo, per dissimulare: -In che vi meravigliate- diceva- non so cosa notiate in me di particolare- ed in sé, disputandosi la peggiore di tutte, essa interiormente: bisogna dire veramente che queste genti siano molto buone, che tanto n'abbiano d'amare! So che dovrei essere fuggita da tutti, tutti invece mi corrono dietro e mi amano! La vista di quell'anello in dito le durò parecchi giorni, ma la compostezza del corpo e dei tratti che le produsse lo Sposalizio con Gesù si comprovò per sempre di modo che era l'ammirazione di tutti che in conversare secolei restavano innamorati per i modi angelici che in essa ammiravano: a nessuno mai palesò quanto le accadeva e neppure al confessore, passando il tutto fra lei sola ed il suo Sposo Gesù. Morendo poi qualcuno soleva dire al cadavere che andava a mirare in Chiesa: -Beato te che adesso vedi il tuo Dio!- Ed in tempo che si cantavano le esequie sopra del cadavere, nel sentir cantare: “Subvenite Angeli Dei”, sentivasi batterle fortemente il cuore sentendosi morire pel grande desiderio che aveva di vedere Iddio, e nel resto della giornata non era altro che dire con chi si incontrava: Beata quell'anima che oggi se ne è volata al suo centro, beata; che già ha veduto faccia a faccia il suo Creatore: Deh! quanto morrei io pur volentieri! Le compagne se ne ridevano e la burlavano: ma che dite, Paola, dicevanle, morir adesso così giovane! oh che vo lontà depravata! a cui ella: -Se conoscessimo davvero Dio, io e voi, brameremmo. all'istante la morte, per vederlo.- In tal guisa procedeva essa nella virtù e nell'amor del suo Dio, abbenché priva di un sacerdote che la dirigesse, che le fu poi dato trovare in seguito fra i Religiosi del Convento di Mentana, distante un miglio, nella persona del P.e Lodovico da Saurgio Minore Riformato di S.Francesco, come si dirà in appresso. |