CAPITOLO VI-

CAPITOLO VI

Luigi Massari  - VITA DELLA SERVA DI DIO

 Sr. COLOMBA DI GESÙ

DA MORICONE 

 a cura di Pierluigi Camilli

CAPITOLO VI

COME VIVESSE  PAOLA  ALL`ETA' DI DODICI ANNI

 Si disse più sopra come Paola restasse di pochi anni   orfana di. Madre, e priva perciò di retta guida,poiché il Padre, essendo costretto restar tutto il giorno fuori di casa sopra le   vigne, non eravi inoltre persona in casa capace a dirigerla, ne a darle educazione inseme agli altri fratelli. Ciononostante  non mancava alla nostra giovinetta il Signore che internamente la illuminasse, ed il suo Arciprete che scorse di lei sante inclinazioni, la tenne continuamente sottocchio e la guidasse nelle cose di spirito. Frequentava perciò spessissimo i sacramenti ed ogni volta con più fervore e devozione, era assidua alle quotidiane orazioni che faceva ed in Chiesa ed appié del suo altarino fabbricatosi in camera, era ritirata e modesta, era insomma, quantunque orfana di madre, lo specchio delle giovinette di Moricone non solo sue coetanee,  ma di maggiore età pure. Vedendo essa che la famiglia dopo la morte della mamma si era alquanto scorretta in ordine di educazione civile e religiosa, si fece Paola di madre alla sorella ed ai fratelli, e non avendo a ricevere da essì altro che derisioni ed ingiurie, tollerava con tanta rassegnazione e volentieri, fissa l'idea volervì riuscire, e talvolta per ottenere l'intento suo , addimostravasi in collera esternamente alzando la voce e sgridando al che i fratelli, frenavansi e cominciavano ad obbedirla in modo che in poco tempo ebbe a veder corretti i costumi dell`intera famiglia, dando così somma consolazione al Padre. Nel confessarsi poi gli atti d’impazienza usati per la correzione, assicurava il confessore non essersi adirata se non all'esterno ed apparentemente, mentre nel suo interno provava tranquillità di spirito, dispiacente però dì vedere le cose malfatte dai fratelli, e l'Arciprete facendole animo a proseguire, l’aiutava  ed istruiva come doveva regolarsi.Ed amata da una sua compagna, la quale spesso andandola a trovare in casa per conversare con lei, si accorse Paola che per essere quella poco guardata dai genitori, si divertiva in passatempi, e credendo la facesse dissipare rispondeale Paola ch'essa voleva farsi monaca, e introducendo buoni discorsi impediva quelli della compagna. Un giorno fu questa ad invitarla per andar seco ad una vicina vigna, cui Aderì la buona Paola per il solo motivo di divertirsi, ed incamminandosi la fece quella passare per una remota strada dove vide appostati vari giovani che la stavano attendendo. La compagna si fermò a parlar con quelli, ma Paola a tal vista si turbò assai guardandola con occhio torbido, e addimostratasi offesa senza dir cosa alcuna diedesi a fuggire.Quei giovani si misero a chiamarla, dicendo volerla salutare da parte del padre che era andato forestiero, ma essa con cattiva grazia rispondendo loro da lontano, non curarsi di quei saluti, balzò da un alto sasso per presto perderli di vista e lasciò solo la compagna con quelli. Camminando in fretta per fuggire il pericolo, la raggiunse quella, alla quale voltasi Paola, in collera, fecele molte sgridate e correzioni per la di lei poca modestia in parlare con gli uomini, perché s'incorre facilmente far peccato e terminò con esortarla a confessarsi. Quella invece rendendosi delle correzioni, insisteva a palesarle come uno di quei giovani fosse invaghito di lei, e come quella passeggiata fosse stata intesa per fare gli parlare insieme. Confusa Paola ha quel dire tanta era la piena concentrossi indignazione a voleva dar sfogo, che non sapendo come dare principio, concentrossi in se stessa e proseguirono silenziose il cammino verso casa. Ecco che cosa ella scrive su tale particolare in età avanzata... era miracolo della grazia divina in me, poiché la natura mi avrebbe inclinata ad acconsentire a quel tanto che mi diceva la compagna che erano cose di amoreggiamento, ch'io non capivo ancora cosa fossero: con tutto ciò avrei dato qualche consentimento, ma non mi sentivo così tirare dal' aborrimento, che odiavo persino sentirne parlare, e mi ricordo che il cuore mi palpitava disprezzando quelle cose come orribili, quel giorno appunto mi ricordo che quando saltai giù da quel gran sasso per sollecitare la fuga, vie di intorno a me una gran luce, e udì una voce che mi diceva:-fuggi, fuggi,-e nel fuggire come fossi in aria portata, mi sentivo seguire come da una persona che mi ripeteva: fuggi tali cose che sono peccato. Quest'era la voce del Signore che mi ha sempre seguito; che altrimenti che io avrei commesso si peccati gravissimi,... quella compagna poi mi fece più volte discorsi di amoreggiamenti, ed un giorno volle palesarle quale era il giovane che di lei erasi invaghito. Paola se ne adirava e quella se ne rideva, ma tanto fece Paola, tanto disse, che quella si ravvide dai suoi vaneggianenti amorosi; e non andò quasi che s'informò gravemente e morì. Ne pianse Paola, ma insieme se ne rallegrò e ringraziò il Signore, poiché già corretta per le sue ammonizioni se ne morì di buona morte. Si andava intanto facendo grandicella, e di giorno in giorno venendo a conoscere meglio le cose del mondo e di Dio, più s'innamorava di questo e nutriva il pensiero di farsi monaca. Ogni giovanetta che con le sante sue industrie veniva acquistando  a farsela amica e compagna nelle sue devozioni, l'amava. poi teneramente e le proponeva di farsi monaca, e mando accadeva che qualcuna le avesse aderito, le si affezionava in modo, che la vita propria, diceva, avrebbe sacrificata per amor di quella: pigliava discorso di Dio con le compagne, ma siccome nella poca età in cui era, poco poteva ragionare in simili argomenti, ogni suo discorso era chiuso nel dire: se ci faremo monache, saremo noi spose di Gesù; di questi uomini del mondo che ce ne vogliamo fare? Se moriremo presto, presto pure andremo in Paradiso: oh! Quanto deve essere bello Gesù! Facciamoci monache. Se udiva parlare di qualche santa, subito sentiva si spronata ad imitare le dì le virtù ed a proporla alle compagne, passando avanti a qualche quadro cui vi fosse rappresentata qualche santa diventa:-Fortunata te -diceva- che ora stai in Paradiso a godere Iddio, avessi io la fortuna di imitarti!-Vedevasi insomma in questa giovinetta l'assistenza divina continuamente assisterla ed attrarla alle cose del cielo. La madre fin dai primi anni avendo le raccontare varie vite distanti e la passione di Gesù Cristo, essa ricordandosi negli anni a venire, re diceva le stesse cose alle compagne con tanto gusto e sollecitazioni, che le amiche ne restavano ammirate ed innamorate, facendo aggrada in andare alle sue conversazioni. Oh! la buona madre, ripeteva, tenevo io una volta! quanto le devo per l'educazione datami! Se non fosse stata essa e la Divina Assistenza, quanti peccati mi troverei nell'anima! Io so che sarei per corrispondere ai favori di Dio: è certo che senza uno speciale miracolo della Divina Grazia, nel pessimo mondo, nessuna madre potrebbe custodire le figlie senza trovarle  macchiate al cospetto di Dio. Adesso conosco quanta sia la malizia del mondo, ed è verissimo, rilevo, che chi ne esce senza macchia ottiene un miracolo dalla Divina Grazia. Tali discorsi faceva Paola alle compagne all'età di solo dodici   in tredici anni,  e giudichi ognuno perciò quanto la custodisse il Signore con speciale favore, e quanto pure dal canto suo gli corrispondesse ella.



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