Il Giusti nacque a Monsummano il 13 maggio 1809, e fu chiamato Giuseppe per rifare il nome del nonno che era stato prima ministro del granduca Pietro Leopoldo e poi consigliere intimo di Maria Luisa regina d'Etruria. Laureatosi in legge nel 1834, il Giusti entr a far pratica presso un avvocato, ma, con gran dispiacere del padre (a quanti futuri scrittori accadde lo stesso!) presto abbandon la legge per le Muse e si dedic tutto alla poesia. Ossia, tutto no, visto che gli rimase abbastanza tempo per amoreggiare con una Piacentini, con una Rossi e con altre, probabilmente.
A Pisa nacquero anche le prime poesie del Giusti, e corsero manoscritti qua e l alcuni suoi componimenti fra giocosi e satirici. Questi, e certi suoi atti di simpatia per il movimento liberale, gli fruttarono una punizione scolastica e una fiera riprensione dal padre, che, devotissimo al governo, apprese certo con dolore come Giuseppe fosse gi nel libro nero della polizia. Il periodo universitario il pi caratteristico e il pi noto della vita del Giusti. A Pisa, e un po' anche nel resto d'Italia, gli studenti hanno per molti anni esaltato e imitato la spensieratezza, la scapataggine, lo spirito di ribellione che si attribuivano al Giusti e si riassumevano in una sola parola: goliardia.
Temperamento vivace e indisciplinato, non piaceva al suo primo maestro che pretendeva di educarlo a bastonate. Tolto dalle mani di costui, fu mandato a Firenze ed ebbe un ottimo educatore e maestro nel Francioni. Studi poi svogliatamente a Pistoia e a Lucca,finch nel 1826 s'iscrisse alla facolt di legge a Pisa.
Intanto in Toscana, e fuori, le sue poesie ottenevano consensi e lodi: piacevano le liriche sentimentali, divertivano quelle giocose, e si ammiravano quelle satiriche che sferzavano ministri reazionari, poliziotti, spie, e deridevano nuovi ricchi boriosi e "nobilt infrollita". La fama, se non proprio la gloria, premi il Giusti del suo lavoro tormentoso ed assiduo, che le poesie all'apparenza cos spontanee, erano il frutto di pazienti, lunghissime cure. Quando tutto pareva sorridergli, la sua vita si oscur improvvisamente e per sempre. Era stanco, esaurito per la lunga assistenza a un suo zio paterno a cui chiuse gli occhi, e una sera, passando per una via di Firenze, fu assalito da un gatto ammalato, pare, d'idrofobia. Colto da terrore, egli non ebbe pi un momento di pace. Prov inutilmente, a curarsi, viaggi per l'Italia con sua madre in cerca di distrazione: ma l'organismo scosso gli procur un costante umor nero, mentre a sua volta l'umor nero gli corrodeva ogni giorno pi l'organismo. Si aggiunse lo sdegno che l'accese quando seppe che le sue poesie venivano stampate abusivamente in un'edizione clandestina piena d'errori e di correzioni arbitrarie. In tanta tristezza gli fu di qualche conforto il soggiorno di Milano, ove frequent la compagnia del Manzoni, del Grossi, del Torti, e la permanenza di alcuni mesi a Pisa insieme con Adriano Biscardi, Giuseppe Giacomelli e Giuseppe Montanelli, amici suoi fino dalla giovinezza. Pi tardi accett l'invito di CAPPONI. Gino Capponi, che lo voleva a Firenze presso di s. Giungiamo cos al fatidico 1848: il Giusti chiamato a far parte della Guardia nazionale, ove dapprima semplice gregario, poi riceve il grado di maggiore; ma dalla malferma salute non gli concesso di partire coi volontari che raggiungevano l'esercito di Carlo Alberto in Lombardia. Intanto i suoi studi sulla lingua e la fama di buon patriota gli procurarono due cariche ben diverse, la nomina ad accademico della Crusca e l'elezione a deputato per il collegio di Borgo a Buggiano: egli non considera n l'una n l'altra come cariche accademiche, che nell'Accademia diede parte attiva alla compilazione del vocabolario, e alla Camera parl di rado, ma con buon senso e probit d'intenzioni. Le tristi vicende della Toscana durante il TRIUMVIRATO DI TOSCANA, e la dittatura lo amareggiarono e, "deluso, sdegnato, con animo pieno di giusta ira tanto contro i demagoghi, quanto contro i reazionari, non accett lelezione a deputato della Costituente". Ai dolori morali si aggiunsero quelli fisici: la sua salute gi scossa fu turbata da febbre biliare, emottisi, infiammazione dei bronchi e da un'ulcera, nei vasi sanguigni. Il 31 marzo del 1850, nel palazzo di Gino Capponi che amorosamente l'ospitava da qualche tempo, moriva: molti amici e ammiratori ne "accompagnarono la salma al cimitero di San Miniato".
(Riferimenti): CAPPONI. Ultimo esponente di uno dei rami dell'antica ed illustre famiglia fiorentina deiCapponi, fu un moderato riformatore dello stato toscano, attraverso la carica disenatore. Si interess anche di economia, statistica e agricoltura. Allievo dell'abateGiovanni Battista Zannoni, fino dalla giovent ebbe a cuore le materie umanistiche. Nel1819 aLondra, ebbe l'idea, conversando con Ugo Foscolo, di un giornale letterario. Cos fond, nel1821, assieme aGianpiero Viesseux, l'Antologiae pi tardi si adoper per l'istituzione de l'Archivio Storico Italiano(1842).
TRIUMVIRATO DI TOSCANA.In" seguito, il granduca decise di affidare il governo a Giuseppe Montanelli e a Guerrazzi, attribuendo al primo la presidenza, al "secondo gli Interni (27 ottobre). Allinizio del 1849 la Toscana sub" "linfluenza delle vicende romane: sotto la pressione dei democratici, a" Firenze si elesse un governo provvisorio formato da Guerrazzi, Montanelli e Giuseppe Mazzoni e fu soprattutto Guerrazzi che si oppose alla fusione con Roma per timore sia della reazione interna sia di quella austriaca o piemontese.